Bibliografia Vichiana II

Rispetto alla contenenza, mancano in quell’edizione non poche cose, posteriormente venute a luce, tra le quali di singolare importanza le Orazioni edite dal Galasso, la Sinapsi del diritto universale , edita ne<di Annali del Capuano e i frammenti della Scienza nuova, editi dal Del Giudice, per non parlare delle lettere e di altri seri tterelli minori. £ altro ancora forse si aggiungerebbe, se la nuova edizione fosse preceduta da più larghe ricerche delle opere disperse, da me ricordate. Rispetto al testo, io ho ragione di credere non senza frutto una revisione accurata delle edizioni originali, col confronto dei manoscritti e delle edizioni postillate dall’autore, che son venuto indicando. L'ordinamento del Ferrari si sostituirebbe vantaggiosamente con altri, come ad esempio con questo di cui propongo ora sommariamente, e in via provvisoria, 10 schema: voi. 1, l’autobiografia, le orazioni dal 1699 al 1708, il De antiquissima e le risposte al Giornale dei letterati ; voi. il, la Sinapsi , i due libri del Diritto universale, seguiti dalle Censurae.', voi. Ili, la prima Scienza nuova, con le Vindiciae, gli opuscoli filosofici posteriori al 1725 e il carteggio letterario ; voi. IV, la seconda Scienza nuova, secondo l'edizione del 1744, con gli spogli dell’edizione del 1730 e delle redazioni intermedie ; voi. V, le opere varie, cioè la vita del Carafa e altri scritti storici, orazioni, iscrizioni, poesie, quaderni di scuola, curiosità, lettere e documenti biografici. Sarebbe, come si vede, un ordinamento rigorosamente cronologico, salvo che per l’autobiografia, che precederebbe, e per le opere varie (nelle quali la personalità originale del Vico appare solo per incidente), che sarebbero collocate tutte in fine. Quanto alle illustrazioni, io credo che sarebbe da aggiungere alle opere un volume complementare, contenente questa mia bibliografia (corretta, beninteso, degli errori e delle omissioni in cui io sarò certamente caduto, ed opportunamente adattata) ; un dizionario storico dei personaggi coi quali Vico fu in relazione, adoprando, sceverando, ed accrescendo le importanti notizie che il Villarosa raccolse e il Ferrari escluse dalle opere del 11 Vico ; ed infine gl’indici alfabetici dei nomi e delle cose, dei quali già il Ferrari dette un saggio. Escluderei assolutamente le dissertazioni filosofiche e critiche, come quelle premesse dal Ferrari ad alcuni dei volnmi della sua edizione, sembrandomi siffatte manifestazioni di concetti personali, per quanto importanti, fuori posto innanzi alle opere dei classici scrittori, e più adatte a monografie da pubblicarsi separatamente. Giacché, insieme con una nuova edizione delle opere, sarebbe certamente desiderabile una nuova e completa monografia sul pensiero del Vico. Chi conosce le più recenti e stimate storie della filosofia scritte da stranieri (l’ltalia non ha ancora in proposito lavori degni di nota, che non siano compendi scolastici) sa bene che il Vico non ha preso ancora, nella storia del pensiero europeo, quel posto che gli compete, e, se pure vien menzionato, è confinato di solito tra gli scrittori di teoriche speciali, quasi trattatista o filosofo della storia. | Anche presso di noi, a dir vero, del Vico non si suole ricordarsi se non per proporre, con zelo universitario, che s’ istituisca una nuova cattedra. una cattedra di filosofia della storia. E par che non sia penetrato ancora nelle menti il convincimento che la « storia eterna » del Vico, appunto perché « eterna », non è la storia, ma è la filosofia stessa. Comunque sia, auguriamoci intanto che qualche sodalizio scientifico, risparmiando tempo e danaro in lavori meno fecondi, voglia assumersi

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APPENDICE