Bibliografia Vichiana II
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KKUG - GOESCHEL - GANS - WITTE
breve cenno del Vico, del quale si discorre altresì in un articolo, che chi scrive non ha visto, del Philologisches Museum del 1832, pp. 626-44. Ragguagli di uno studio di Carlo Federico Goeschel (17811861), inserito nei Zerstreute Bldtter, stampati a Schleussingen nel 1837, danno così il Cantoni, pp. 405-406, come il Labanca, Giambattista Vico giudicato in Germania, p. 12. Col nome del Vico scrive tra l’altro il Goeschel si congitnge una grande filosofia, che, mentre fa derivare il diritto dalla propria storia, risolve la storia stessa nel pensiero. In ogni cosa l’autore della Scienza nuova toccò il fondo, e tra i suoi grandi meriti fu anche 1’ avere egli saputo riconoscere nei miti un fondamento storico senza scioglierli pantelsticamente in idee non reali. Tutto il Goeschel trova encomiabile nella seconda Scienza nuova, persino la dipintura allegorica preposta al frontespizio e che il Weber (v. sopra pp. 516-17) aveva asserita ridicola. Ciò che più gli piace è che il Vico, pure asserendo la provvidenzialità di ogni fatto accaduto, e pure precorrendo in qualche modo lo Schiller, autore della massima che « la storia del mondo è il tribunale del mondo », non confonde il giusto con l’ingiusto. Da codesta interpretazione moralistica del pensiero del Nostro e da altri passi ben si vede nel Goeschel, come osserva il Cantoni, la tendenza a contrapporre il Vico allo Hegel, accusato di volere distruggere la morale col suo giustificare ciò che è accaduto pel solo fatto che è accaduto e perché esso serve di strumento alla ragione assoluta. Ma, a dire il vero, in questo il pensiero del filosofo napoletano non differisce punto da quello del filosofo di Stoccarda. Del silenzio serbato dallo Hegel sulla Scienza nuova (v. sopra pp. 497-98) fece, per dire così, qualche ammenda, nel 1837, uno dei suoi discepoli prediletti, Edoardo Gans (1797-1839), col ricordarla nella prefazione alle Vorlesungen iiber die Philosophis der Geschichte del maestro (cfr. 3 a ediz., Berlino, 1848, pp. ix-x), ov’è detto che nella filosofia della storia quest'ultimo ebbe precursori soltanto il Nostro, Io Herder e Federico von Schlegel. Se non a Napoli, quanto meno a Roma s’era recato sin dal 1819, insieme con lo Schopenhauer, Carlo Witte (1800-83), e a Roma appunto dovè sin da allora essere stimolato a informarsi del Vico, del quale, a ogni modo, e, insieme, della storia della filosofia nella patria dell’autore della Scienza nuova, discorse, nel trattare dell 'Unteritalien, nel volume di Carlo Lodovico Frommel (1789-1863) consacrato alla Pittoresk Italica (Lipsia, Kollmann, 1840) : cfr. pp. 482-83. Vedere inoltre Carlo Ludovico Kannegiesser, Compendio di storia della filosofia , tradotto da Francesco Bertinaria (Torino, Bomba, 1843), pp. 261-66 i