Genti d'arme della Repubblica di Venezia

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al conte una lettera bella e commovente, nella quale espririlevano la grande stima per le sue nobili qualità «già non da noi soli, è detto, e dalla città nostra, ma da tutta Italia conosciute» (’). Tale asserzione alquanto iperbolica, ma forse scusabile in simili circostanze, troverà una più giusta applicazione alcuni anni appresso. Nel dicembre del 1504 passò da Bergamo alla custodia dell’importante fortezza degli Orziuuovi, quindi a Cattare e nel 1566 al governo di Legnago ( 2 ), che lasciò due anni dopo per recarsi nelT isola di Cipro quale comandante di 300 fanti e con vistoso stipendio. Dopo alcune peripezie ed una infermità per cui dovette soffermarsi a Zante parecchi mesi nel ritorno, imbarcato sulla galeona il Tapin di Candia, toccò lilialmente nel 1569 il porto di Venezia. Di là potè ridursi al patrio castello e rifarsi alquanto delle noie del servizio. Ne aveva infatti ben donde. Già nel 1565 per intercessione di Giambattista Foscarini aveva potuto ottenere di essere sostituito nel governo di Cattare, perche importanti negozi lo richiamavano al castello di Binigliela di cui doveva curare la giurisdizione o dove trovavasi la sua famiglia.

(*■) Vedasi nell’archivio detto il fascicolo dal titolo; Lettere di diverse Comunità al conte Silvio. ( 2 ) «Marco Donado incaricato dal Consiglio dei Dieci ha riveduto tutte lo compagnie delle due fortezze di Legnago e Porto o nella diligente relaziono dico che eccettuata la compagnia del conte Silvio di Porcia, ha trovato nelle altre parecchi soldati non conosciuti dai loro capi, onde furono licenziati». Documenti mss. nell’archivio suddetto.