La legazione del cardinale Antonio Berberini nella Guerra del Monferrato

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e di grando energia, destro nei maneggi diplomatici, abile a fare accettare la sua volontà e il suo potere, senza lasciarli discutere, cosi perseverante nei disegni, die pieghevole e vario nei mezzi, conoscitore dell’umana natura, ed atto a valersi accortamente delle sue debolezze per raggiungere un line, paziente ed ostinato, lento nel concepire e ponderare le cose, rapido e risoluto nel mandarle ad effetto: ma il cardinale Antonio possedeva soltanto i difetti opposti; timido, irrisoluto, ondeggiante sempre tra vari partiti, attaccato ai propri interessi più che a quelli del Papato, nulla operò di bene, perchè di nulla era capace (1). Il cardinale Antonio, neppure nel principio della sua legazione, esercito un azione molto diretta nei negoziati e nelle trattative di pace, ma si servi invece d’interpreti, i quali a nome suo fecero e disfecero a loro piacimento: del Bancirolo, cioè, e dei Mazzarino. Quest’ultimo poi, insinuatosi col tempo nell’animo del Richelieu, acquistatene la fiducia e la benevolenza, spinto da possente ambizione, preferì curare gl'interessi del cardinale francese da cui sperava trarre maggióri Ijenefìci e vantaggi, piuttosto che quelli del Cardinal legato, il quale serviva soltanto di nome. Fu gravissimo errore di Urbano XIII elevare a carica tanto importante il nipote, di cui doveva conoscere l'incapacità e 1’ irresolutezza. perchè in tal modo il Papato e la ('blesa- di Roma, invece di uscire dalla guerra del Monferrato aumentati di gloria e di autorità, corno Urbano Vili sperava, invece di guidare la complicata matassa d’interessi politici e diplomatici, n© uscirono menomati di prestigio, avendo palesemente dimostrato l’intima loro debolezza ed inettitudine, od invece di dirigere gli altri, furono abbassati da-irintrigante Mazzarino e dal Cardinal di Riohelieu al grado di strumenti a prò della grandezza della monarchia, di Francia. Ma, siccome questi difetti intrinseci al Cardinal Barberini apparvero soltanto dopo, nello svolgimento cioè del difficile compito intrapreso, la nomina sua. riaccendendo le speranze in un prossimo accordo, fu accolta con generale soddisfazione; il pontefice però, scegliendo il nipote, distrusse in parte l'effetto raggiunto con Io spontaneo intervento, perchè la Spagna e la Germania videro fin dal principio assai di malocchio e con mal celata diffidenza affidato Uncari co di trattar la pace ad uomo de lla cui parzialità era lecito dubitare 1 2). II ducato di Savoia invece, sfinito dalla lunga guerra, saO 1 lutò con gioia, questa-nomina, come arra secura di pace (3); uè con minor soddisfazione fu accolta dai Veneziani, dal duca di Nevers e dalla Francia in particolare (I). Nè poteva esser altrimenti, trattandosi di Antonio Barberini, di cui erano noti i sentimenti di affettuosa simpatia., nutriti verso la Francia, da cui percepiva ricche pensioni, ed alla quale i Barberini s’ aggrappavano tenacemente, spinti dal desiderio di ottenerne qualche principato, come innanzi avevano fatto i Ludovisi (5).

(1) Vedi Ricotti, opera citata, voi. 4°, pag. 286. (2) 1° Dicembre 1629. Francesco Barberini al Ballotta (Archiv. seg. del Vat., Cifre di Germania , N, 119, foglio 187, Doc. I). (3) 1° Dicembre 1629. Il Bosio a F. Barberini (Ardi. seg. del Vat., Cifre di Torino , N. 49, Doc. I). (4) 20 Dicembre 1629. Il Card, di Bagno a F. Barberini (Ardi. seg. del Vat., Cifre di Francia, Codice LXXXVIT. N. 70, Doc. I). (5) Vedi GtREGOUOvius, Urbano Vili e la sua politica d* opposizione, alla Spagna e all Imperatore. - Roma, Frat. Bocca e Cliib. edit, 1879, pag. 33.