Bibliografia Vichiana I
UN FRAMMENTO
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più alte di vivere civile. E codesta concezione appunto, coi suoi innumeri sviluppi in quasi ogni campo così della filosofia come della storiografia non meno civile e politica che letteraria, è quella che, dopo una dozzina e forse più di sistemazioni provvisorie o, meglio, divenute tali di mano in mano che il Vico le sconfessava, trovò assetto definitivo neH’ultima Scienza nuova. Per altro (e, con ciò, dalla storia interna si ritorna a quella esterna), non tutte codeste sistemazioni provvisorie sono giunte a noi. Per contrario, oltreché mancarne, dal 1720 in poi, per lo meno due (la cosiddetta Scienza nuova in forma negativa e le Annotazioni alla « Scienza nuova prima »), sono andate disperse tutte quelle lavorate o abbozzate tra il 1713 o ’l4 e il 1720. Di due di queste, ossia d’un abbozzo di commento a Grozio e d’una prolusione universitaria del 1719, dà notizia l’ Autobiografia (Opp ., V, 39-40, e cfr. quaggiù capitolo IX, paragrafi IX e X). Ma che a codeste due sia da aggiungerne almeno una terza, è comprovato da un frammento autografo di non più che due pagine, serbato in minuta tra le carte vicinane già del De Rosa di Villarosa e ora della Nazionale di Napoli, e pubblicato primamente, quale prefazione all’anzidetto commento a Grozio, nel primo volume (1837) della prima silloge del Ferrari, donde passò nelle altre derivate da questa. Si tratta, invece, d’un commiato a un disperso e sin qui sconosciuto abbozzo primitivo del Diritto universale abbozzo redatto tra gli ultimi mesi del 1719 e i primi del ’2O, come ha diffusamente dimostrato, nell’ottavo volume della sua edizione delle Opere, pp. 284-88, il Nicolini, che, per suo conto, lo ha ridato, ricollazionato sul manoscritto, alle pagine 29598 del primo volume della silloge ora mentovata (cfr. anche quaggiù capitolo IX, paragrafo XI).