Cubismo e futurismo : con 32 illustrazioni di Balla, Boccioni, Braque, Carrà, Cezanne, Picasso, Russolo, Severini, Soffici

un nostro collega in futurismo — non previamente avvertito — sia in grado di capire quello che abbiamo dipinto.

Non vi pare signori cari, che in questi casi si ripeta il fatto del contadino il quale udendo PASTO insieme due inglesi, domanda al compagno se realmente s’ intendano tra loro ?

Giacchè — ed eccoci a quel che si deve tener presente — ia pittura considerata nella sua purezza non è — come ogni arte del Testo — se non un linguaggio di cui bisogna, per comprenderlo, conoscere almeno i primi principî e il vocabolario. I colori, le forme, sono il vocabolario del pittore ed egli se ne serve per trascrivere le sue visioni, come il poeta si serve dell’altro per fissare le sue.

Non capire quello che dice, vuol dire semplicemente non saper leggere.

Ma — ci si obbietta —come va che nell’arte del passato leggevamo con tanta facilità ? Un dipinto di Raffaello, di Paolo Veronese, è chiaro a chiunque senza tante iniziazioni.

Ecco un altro pregiudizio ed un altro errore profondo. Essi derivano da ciò, che in quei dipinti, quello che soprattutto capi vano ed amavano i nostri oppositori era tutt’ altra cosa che la pittura — se a questa parola si dà il significato che deve ormai avere e che comincia ad avere presso tutti coloro che l’ amano e la studiano. Intendo che in un dipinto del passato si comprende e si ammira più che altro quello che potrebbe essere espresso da altre arti e specialmente dalla letteratura, come sarebbe: la significazione storica, aneddotica, sentimentale, morale, la mimica, la drammaticità e via discorrendo. Cose tutte del resto che interessavano quasi esclusivamente quegli antichi autori, i quali — bisogna dirlo una volta — non realizzavano valori plastici che quasi sempre senza saperlo, senza volerlo e loro malgrado. “Ia nie E