L'artiglieria all'assedio di Padova nel 1509
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Ma la malaria, oltre le ragioni strategiche, persuase a cambiar gli alloggiamenti. «Se dubitatilo de l’aere cattivo vegniendo i inexi de lujo avosto et septembre, et che zudegamo quelli se atrovasseno caderiano tutti infermi». Cosi scrivevano il 25 giugno i Provveditori ('). Il 7 luglio il campo mosse verso Treviso, Marln Sanato, presente alla partenza, vide sfilare in bell’ordine fanteria, cavalleggieri stradioti ( 2 ), balestrieri a cavallo : poi «13 pezzi di artelarie su charcte mandati ttoviler parte di arsenal, e casse di balote e polvere » ( :ì ); ultima veniva la gente d’arme. A Venezia si fondevano passavolanti e cannoni, lavorando perfino di festa ; oltre che all’ arsenale, dove più ferveva il lavoro, ardevano altri forni alla Giudecca, Al Lido si facevano, come al solito, i tiri di prova con cariche forzate : il 6 luglio quattro cannoni di Sigismondo si ruppero. Costruìvansi affusti e zattere da trasporti ; si arruolavano bombardieri; e piii, fin dal principio di • giugno, si comandò « di mettere in ordine il tutto per far armada in questi lagumi, bisognando ». Sopraggiunse un’altra calamità. La peste, entrata in Chioggia, si propagò ben presto a Venezia. « Alcuni mandati al lazzereto, altri per le contivi mescolati furono serrati in casa.» Frattanto avanzava sul territorio veneto, seguendo vie diverse, l’artiglieria Cesarea, che poi, concentratasi, doveva tuonare contro Padova. La figura di Massimiliano I. d’Austria, Re dei Romani e Imperatore eletto, quale è tracciata nelle relazioni degli oratori della Repubblica, desta simpatia ('). Combatteva in giostra « a piedi e a cavallo, a ferri molati, animosissimamente,
(xj P. Zanetti, op. cit., pag. 125. (2) Venivano dal Zante, da Corfù, da Nauplia. dalla Dalmazia, dalla Puglia ; dal 3 marzo al 1 giugno ne sbarcarono al Lido 832. Vi eran pure cavalleggieri Turchi della l’osnia, e il comandante indossava una pelle dì lupo. (3) 11 nitro occorrente alla fabbricazione della polvere - allora composta con regole incerte e sotto forma di vera polvere non conoscendosi la granitura si traeva lin da Candia dove nelle grotte erano nitriere naturali. I cavalli destinati a muovere gli ordigni nell’Arsenale si sferravano: ma il 14 marzo 1509 sprizzò una scintilla da un chiodo percosso col martello, le polveri divamparono e due esplosioni a breve distanza rintronarono tutta Venezia con rovina di edifizi e morti. (4) 11 ritratto qui riprodotto è quello celebre di Ambrogio de Predis milanese; ivi l'imperatore è «in habito solenne che di raro suol star ». Vcggasi intorno a tale ritratto gli scritti di Giovanni Morelli (Ivan