L'Italia e la questione del calendario al principio del XX secolo
I. Nozioni generali sul Calendario
Se la durata dell’almo tropico (dalla voce greca tpi-o) volgere), cioè di un giro completo della terra intorno al sole, fosse di un numero esatto di giorni senza frazione alcuna, 1’ anno civile si accorderebbe interamente coll’ astronomico ; l’equinozio di primavera, il solstizio d’estate, l’equinozio d’ autunno, il solstizio d’ inverno, in una parola il principio delle quattro stagioni ricorrerebbe sempre alla medesima data, e 1’ umanità possederebbe, da lunghi secoli, per tutte le esigenze della vita civile, un Calendario perfetto e suggerito, per non dire imposto, dalle stesse leggi del sistema solare. Pur troppo la cosa non va così liscia ; non solo 1’ anno tropico è composto di un numero intero di giorni più una frazione, ma questa frazione varia, benché entro il limite di pochi minuti, da un anno all’ altro ; sicché, per la durata dell’ anno tropico, dobbiamo ricorrere ad una media. Finalmente, come se ciò ancora non bastasse, soltanto dei dilettanti di astronomia possono considerare la media ammessa generalmente oggidì 365 g , s°, 48% 4% in decimali 365,2422 come assoluta e definitiva. Era necessario questo cenno per far giustamente apprezzare la difficoltà del compito assunto, in servizio dall’ umana società, dai due Italiani da cui vennero denominati il Calendario giuliano e il gregoriano: Giulio Cesare e il bolognese Ugo Boncompagni conosciuto, nella storia, sotto il nome di Gregorio XIII. Xè 1’ uno nè 1’ altro erano astronomi, e sarebbe grande errore quello di considerare i due Calendari suddetti come opera loro personale; ma, I’uno e l’altro, ebbero il doppio merito di valersi della vasta loro autorità per procurare al civile consorzio un Calendario possibilmente, alI’ epoca loro, esatto e di rivolgersi, per raggiungere l’intento, ai più illustri rappresentanti della scienza del loro tempo. Infatti Giulio Cesare incaricò della riforma del Calendario romano, allora in uso, la celebre scuola di Alessandria e, segnatamente, 1’ astronomo Sosigene ; quanto a Gregorio XIII, dopo