La diplomazia europea

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il ronrji'/’sso ili Berlino

« formano un insieme di cui è impossibile « di accettare il benefìzio respingendo gli « svantaggi. La Porta non ha dunque alcun « interresso a far fallire i lavori del con« grosso rifiutando il suo assenso, e mot « tendo le potenze in condizione di pensare « fuori di esso a’ loro propri interessi, c Sua « Altezza Serenissima costata che lo Sei « Grande Potenze sono d’accordo in ciò che « concerne la Bosnia e V Erzegovina, c con« serva la speranza che un’opera, di cui la « Turchia è chiamata a ritirare grandi vati « faggi, non sarà interrotta dall'opposizione « della Porta. Sua Altezza Serenissima resta « persuasa che il governo ottomano invierà « bentosto nuove istruzioni a’ suoi plenipo« tenziarj, e termina dicendo che il protocollo « resta aperto por riceverle ». Indi a ciò si trattò della Serbia o del Montenegro, che furono riconosciuti indipendenti, ma furono ridotti i territori che aveva loro dato il trattato di San Stefano. Nella seduta del 29 giugno furono introt' ' / dotti gl’inviati di Grecia per sentire i voti del governo ellenico, che furono cosi esorbitanti da essere tenuti in poca considera zione; cosi avvenne per le rimostranze de’ commissari rumeni.