Bibliografia Vichiana I

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DE STUDIORUM RATIONE

tani (per esempio, al cappellano maggiore Diego Vincenzo Vidauia), sia d’ altre parti d’ Italia (per esempio, a Francesco Bianchini, ad Antonio Magliabechi, al conte Orsi, ad Apostolo Zeno), sia stranieri (per esempio, a Enrico Brenckmann ; fors’anche, come verrà chiarito nel primo capitolo della prima sezione della seconda parte del presente lavoro, allo Shaftesbury, che, nel caso, dovè inviarlo a Londra al Newton e a Guglielmo Burnet ; e sicuramente ai compilatori dei Mémoires de Trévoux). Né va poi dimenticato che un rifacimento, posteriore di qualche mese, è esibito dal sopraricordato codice della Nazionale di Napoli segnato XIII. B. 53, ove questa settima prolusione reca il titolo «De ratione studiorum, eadem oratione ut quam studiorum rationem corrupta natura dictat (ch'è la sesta delle anzidette « Orazioni inaugurali » J sequatur. Dissertatio auctior typis edita, qua via incommoda nostrae studiorum rationis, cum antiqua comparatae, vitanda essent, quo nostra rectior antiqua meliorque esse possit ». Prima ristampa fu quella del Daniele (1766), alla quale seguirono le altre del Villarosa nel quarto volume degli Opuscoli, del Predari, del Ferrari nel secondo volume della sua prima edizione delle Opere, e tutte quelle che via via derivarono da questa ; al quale proposito va tenuto presente che il Pomodoro accompagnò il testo con una sua versione italiana, e che un riassunto con brani intercalati era stato dato già in francese dal Michelet nelle (Euvres choisies de Vico. Ricollazionata sulla stampa originale e arricchita di taluni sommarietti marginali omessi dai precedenti editori, 1’ orazione fu riedita nella silloge del Nicolini, I, 69 - 121 : dopo di che, se ne ebbero, e tutte annotate a uso delle scuole, una ristampa del testo latino e ben tre nuove traduzioni italiane. Ristampa, quella che, col titolo La pedagogia e il pensiero di G. B. Vico, venne edita a cura di C. Flores d’ Arcais (Torino, Paravia, 1930). Delle traduzioni la prima fu messa fuori da G. 0. Marella, che la fece precedere da un’introduzione storica di C. Licitra (Roma, De Alberti, 1925) ; la seconda è dovuta ad Antonio Corsano (Firenze, Vallecchi, 1937) ; alla terza ha atteso più di recente Vincenzo De Ruvo (Padova, Cedam, 1941). Ciò, a prescindere dai passi staccati inseriti in talune antologie scolastiche, tra le quali, anche a codesto proposito, merita particolare menzione quella, citata più oltre, del Caramella.