Bibliografia Vichiana I

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DE UNO

e staccato di là da chi scrive, si serba ora nella collectio del Croce. Un quarto esemplare, infine, restalo sconosciuto, è stato trovato, parimente da chi scrive, nella Marciana di Venezia (miscellanea 1760, numero 18). Circa le ristampe, 1’ esemplare già di casa Nicolini e ora del Croce fu, non senza tenere conto d’una postilla marginale autografa sulla decima d'Èrcole, che lo contraddistingue, riedito nello stesso anno 1856 quattro volte : una da Luigi Capuano negli Annali di diritto teorico-pratico e in estratto ; e tre da Giovanni Manna : nell’ Antologia contemporanea, 1, 1-7 ; nel quarto volume dei Rendiconti dell'Accademia Pontaniana ; nello Spettatore napoletano, I, 5-20. Nel 1858 lo ridava una volta ancora il Pomodoro nel secondo volume della sua edizione delle Opere, pp. i-xii. E, per ultimo, sulPesemplare Croce e l’altro della Nazionale napoletana, e ponendo a profitto così la ricordata postilla marginale del primo come un foglietto manoscritto di correzioni aggiunto dallo stesso Vico al secondo, è stato pubblicato una volta ancora nelle Opere, edizione Nicolini, 11, 1-22.

II IL « DE UNO »

Conforme la promessa fatta nella Sinopsi, tra la fine dell’agosto e i principi del settembre 1720 il Nostro pubblicava lo scritto dal titolo « Job. Baptistae Vici De uno universi iuris principio et fine uno liber unus, ad amplissimum virum Franciscum Venturam, a regis consiliis et criminum quaestorem alterum (Excudebat Neapoli Felix Musca ex publica auctoritate, MDCCXX) ». In quasi tutti gli altri suoi scritti a stampa, antecedenti e susseguenti, il Vico—fedele, anche nell’estrinseco, alla massima che i veri studiosi non debbano dare fuori se non ? piccoli libricciuoli, pieni di cose proprie » ( Opp., I, 215) aveva adottato e adotterà l’agile « dodicesimo ». Per contrario questo De uno, così come il De constantia e le Notae, fu stampato in quarto. Bastarono, pertanto, a contenere la materia, 195 pagine numerate, più quattro innumerate in principici, consacrate al frontespizio, a un’epigrafe tratta da Cicerone e ai pareri per la stampa. Non si sa quanti esemplari venissero