Bibliografia Vichiana I

32

NOTAE

dire perché non semplici illustrazioni a punti particolari, ma nuovo svolgimento dei principi fondamentali dell’uno e segnatamente dell’altro volume), gli divennero tra le mani vere e proprie dissertationes. Sorsero così quelle, a volte bellissime, sulle origini dei feudi, sull’ inospitalità dei popoli primitivi, sulla natura eroica o vero eroismo, sui re e i regni primitivi, e via enumerando- —questioni tutte che riappariranno con più ricchi svolgimenti nell’ultima Scienza nuova ; —e sorsero ( nescio quid maius ) le due, più lunghe e mirabili, sulla poesia omerica e sui canoni mitologici per la ricostruzione della storia del tempo oscuro e favoloso : quella, rifusa, con tagli e ampliamenti, nel terzo libro della seconda Scienza nuova ; questa, larghissimamente svolta nel secondo. Che per apprestare il manoscritto di codesto nuovo lavoro fossero sufficienti al Vico poco più di venti giorni, non maraviglierà chi pensi al tempo inverisimilmente breve in cui egli saprà mettere insieme così la prima come la seconda Scienza nuova. A ogni modo, nei primi giorni del luglio 1722 dava al tipografo, perché lo stampasse in carattere più piccolo, questo volume supplementare. Il quale, riuscitogli di ottanta quattro pagine numerate, più sei innumerate in principio—consacrate al frontespizio, alla dedica e a un errata-corrige di errori meramente tipografici dei primi due volumi—fu pubblicato dopo il 13 agosto col titolo : « Joh. Baptistae Vici Notae in duos libros, alterum ‘ De uno universi iuris principio ’ etc., alterum ‘ De constantia iurisprudentis ’ etc., excellentissimo domino Joh. Baptistae Philomarino, Roccae Aspidis principi, Perdifumensium duci, Castri Abbatis corniti, ditionis Cutri, Cutronei, Sancti Johannis Minagrii, Castellarum, Urbis Polycastri, Sami aliorumque oppidorum dynastae, dicatae (Ex auctoritate publica Neapoli Felix Musca excudebat anno M.DCC.XXII.) ». Una sola correzione autografa 1’ autore appose nei margini dell’ esemplare in carta distinta che tenne per suo uso (cfr. Opp., 11, 749, nota 1) : temperanza che si spiega quando si pensi al gran da fare che gli diè di lì a poco il disgraziato concorso universitario del 1723 (cfr. Opp., V, 44 sgg.) e alla congiuntura che, subito dopo, egli si consacrò tota animo alla Scienza nuova in forma negativa, che annullava di fatto Sinopsi, De uno, De constantia e Notae. Pure nell’atto stesso che si risolveva a rifiutare un lavoro che, nelle varie redazioni (dal commento a Grozio alle Notae), gli aveva preso sei anni di