Bibliografia Vichiana II
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CAUER ■ C. E. MUIXER ■ PUCHTA
alla riforma protestante né alla tradizione della Chiesa cattolica, ma unicamente alle tradizioni del Rinascimento, il pensiero storico del Vico, al quale rimane affatto estraneo il filosofamento, e perciò il mitizzamento, del corso cronologico della storia, e che ricerca invece le categorie (o, com’egli le chiama, le modificazioni della mente) in perpetuo governanti la storia », e « secondo il dominio o le varie preponderanze di esse configura le varie epoche storiche ». Da ciò due conseguenze. L’una, ch’è un grosso errore « collocare l’opera del Vico a capo della linea della germanica filosofia della storia, laddove questa fu sostanzialmente una formazione mitologica tuttoché vi si lasciassero andare filosofi di grande valentia, e la sua una genuina indagine filosofica, che, nata dal pensiero critico, è stata criticamente proseguita, e ancor oggi è in vivo e vigoroso svolgimento ». L’altra, che la prosecuzione sostanziale del Vico non è da cercare « nello Herder o nel Kant delle Idee di una storia universale o nello Hegel della Filosofia della storia, ma nel Kant della sintesi a priori e nello Hegel della dialettica e del concetto concreto (v. sopra pp. 37273 497-99), e perciò nella investigazione del rapporto di filosofia e storia, e del modo di ridurre la storia a verità, il certo al vero ». Ch’è la ragione per cui dalle censure e negazioni della filosofia della storia, che si ebbero in quel tempo in Italia, si traeva fuori l’opera del Vico, « sentendo che questa era di diversa indole e di ben altro peso che non le filosofie della storia teologico-razionalistiche, e conteneva ben altro che una legge storica deU’umanilà ». 3. C. E. Miiller, G. F. Puchta, C. G. Brims e altri. Già nella prima parte del presente lavoro (p. 26) s’ è mentovato il dottor Carlo Enrico Miiller. Qui si aggiunge che fu consigliere aulico presso la corte di Mecklemburgo-Strelitz, nonché « Stadtrichter » (giudice municipale) di Neubrandeburg e che alla sua traduzione tedesca del De uno premise (pp. 1-43) una ampia introduzione, consacrata principalmente alla Scienza nuova, senza, per altro, mostrarsi informato né della letteratura italiana dell’argomento né delie edizioni delle opere del Vico pubblicatesi sino al 1854. Comunque, codesta introduzione è ispirata a grande ammirazione pel Nostro, di cui il Miiller. senza poi attuare il proposito, pensava di divulgare in tedesco non solo il resto del Diritto universale, cioè il De constantia, ma anche le opere minori, Un sentimento ben diverso circola nelle poche righe che. già anni prima, Giorgio Federico Puchta (1798-1846) aveva dedicate alla Scienza nuova nel capitolo vigesimosecondo del secondo libro del suo Cursus der Institutionen (ossia delle Istituzioni di diritto romano), del quale studenti di ogni parte d’ Europa si sono nutriti per decenni e che, pubblicato nel testo tedesco dal 1841 al 1847 (e poi, sino al 1893, altre