Breve storia della provincia Veneta della Compagnia di Gesù

4

Libro I. Dal 1814 al 1848.

questa infuriava, la Compagnia godette, oltre alla consolazione incomparabile d’ essere fatta conforme all’ immagine di Gesù Cristo, quella d’ essere in gran maniera amata e protetta dai Sommi Pontefici, e massimamente da Clemente XIII. Questi, finche fu vivo, oppose ai temerari e ostinati assalti di chi voleva forzarlo a sopprimere la Compagnia, una magnanima e invitta resistenza ; e per fornirle uno scudo onde coprirsi dal furore dei nemici, diede fuori il 7 gennaio del 1765 la Bolla Apostolicum pascendi ', la quale sola basta ancor oggi a far nota al mondo non che 1’ innocenza della Compagnia d’ allora, ma le virtù e i servigi resi alla Chiesa, che le meritarono dal Vicario di Gesù Cristo sì ampli e solenni elogi. (J)

(!) Dopo l’esordio della Bolla, il Sommo Pontefice enumera gli argomenti che dimostrano la bontà dell’ istituto della Compagnia, cioè la santità del fondatore, le approvazioni, conferme, grazie e favori dei Papi, le lodi dei Vescovi, la protezione dei Re e dei principi, i Santi da esso istituto generati, le lodi a esso date da altri Santi, la fiducia in esso riposta dalla Chiesa e il frutto che ne venne alle anime, finalmente la solenne approvazione del Concilio di Trento. E si noti che la Bolla usa sempre termini generali, che abbracciano anche il tempo in cui essa fu scritta; di più parla in modo, che le sue lodi risguardano non meno i membri della Compagnia che il suo Istituto, ciò che appare evidentemente, chi la legga anche solo alla sfuggita. Anzi gli stessi membri della Compagnia, e della Compagnia d’allora, sono espressamente lodati là dove il Sommo Pontefice, dopo aver dichiarato che i mezzi usati dalla Compagnia sono opportuni al suo fine, soggiunge : « Quod vel ipsa Nos hactenus docuit experientia, cum ex eadem disciplina tam multos ad hanc usque aetatem prodiisse novimus orthodoxae fidei propugnatores, sacrosque praecones, qui invicto animi robore terra marique subiere pericula, ut ad gentes immanitate barbaras evangelicae doctrinae lumen afferrent » ; e seguita a descrivere i sacri ministeri, nei quali sogliono occuparsi i figli di Sant’lgnazio ; quindi conchiude: «Ac propterea idem Institutum Societatis lesu, ad haec eximia perpetranda divina providentia excitatum , Ipsi quoque approbamus etc. » Si osservi che dal 1765, in cui fu pubblicata questa Bolla, al 1773, in cui la Compagnia fu soppressa, non passarono che otto anni, nel qual sì breve spazio di tempo non si può dire che la Compagnia si sia cambiata, anzi neppure si disse. Con questo non s’intende affermare che tutti i membri della Compagnia di Gesù fossero senza difetto, ciò che sarebbe incredibile : ma che in tutto I’ Ordine non c’ erano colpe nè abusi sì gravi da meritare la soppressione, e che esso era ricco, forse non meno che nell’ età precedenti, d’ uomini egregi per ogni rispetto e utilissimi alla Chiesa.