Breve storia della provincia Veneta della Compagnia di Gesù, page 260
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Libro IV. Dal 1866 al 1878.
meno quella di Piacenza, nata a un tempo con la stazione, di cui ora parliamo, cioè ne’ primi giorni del 1870. Noi dobbiamo un sì segnalato benefizio alla piissima contessa Elcna Bianchini, della quale era figlio il nostro P. Vincenzo, primo Superiore di questa stazione. La casa era vicina alla chiesa di San Felice, avendo l’ingresso al numero 3710, in fondo al sottoportico del Tagliapietra, situato sul canale detto appunto di San Felice sopra la riva opposta a quella ove sorge la chiesa. Quel luogo
non dista che un mezzo quarto d’ora dalla nostra chiesa dell’ Assunta ; e però i Padri (benché il far tutti i giorni, e più volte, quella via dovesse recar loro non piccolo incomodo) cominciarono subito a esercitare in essa i loro ministeri. II Cardinal Patriarca Trevisanato, £iii il P. Beretta nel 1866, prima di lasciare Venezia, aveva consegnato la chiesa, non avea voluto assoggettarla alla giurisdizione di veruh Parroco, perché desiderava poterla più facilmente restituire alla Compagnia, quando piacesse a Dio eh’ ella facesse ritorno.
I*. ViticeuiÈO Uianchini S. 1
Invece aveva nominato un Rettore, che ne avesse cura sotto l’ immediata dipendenza del Patriarca. Il primo Rettore fu Don Antonio Bertotto, e gli succedettero poi parecchi altri, tutti sacerdoti egregi e a noi affezionatissimi, i quali pur conservando la giurisdizione della chiesa (cosa necessaria nelle circostanze presenti), ne hanno sempre lasciato 1’ uso alla Compagnia. Dimorammo in casa Bianchini a San Felice fino al 1878, sempre con lo sguardo bramoso rivolto alla nostra sede antica presso 1’ Assunta, occupata dal nuovo governo. Nel detto anno giungemmo finalmente a mettervi il piede, benché solamente nel piccolo quartiere che sta di costa alla chiesa. Perchè il governo, avendo riconosciuto il Rettore della chiesa nominato dal Patriarca, gli aveva assegnata quell’ abitazione e il buon sacerdote 1’ aveva ceduta a noi. Ma appena entrati, fu tale il rumore che la stampa liberale e massonica levò contro di noi, che fummo costretti a partire subito di là e passare