Breve storia della provincia Veneta della Compagnia di Gesù, page 264
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Libro IV. Dal 1566 al ISIS.
voile introdurre nel convitto le scuole con maestri secolari patentati, e insieme affidare la direzione dell' istituto, per quel che riguarda la disciplina e lo spirito, alla Compagnia, riservando a sè l’amministrazione e la direzione delle scuole. Trattò di questo col nostro Padre Generale, e convennero che, ove le cose fossero procedute di buon accordo, e si potesse sperare sarebbero procedute bene anche in avvenire, la Compagnia avrebbe comperata la casa, e assunta tutta intera la direzione dell’ istituto. il P. Provinciale Tedeschi niente piu desiderava che d 1 avere in Italia un convitto, e specialmente in Milano, dove avevamo non pochi amici, i quali ci desideravano, ed erano pronti anche a soccorrerci, bisognando, con le loro sostanze. Tuttavia le difficoltà erano gravissime, il governo era ostile alla Chiesa, ai religiosi, e massimamente ai Gesuiti ; di più, era necessario aver professori patentati ; oltre di ciò, si era del continuo in pericolo di vedersi chiuso il convitto, potendo il governo, ad ogni ora, metter fuori il pretesto che in esso s’insegnavano princìpi contrari a quelli che governano l’ordine sociale pubblico dello Stato ;1) e con tale pretesto chiudere le scuole. Con tutto ciò non era male fare un tentativo, tanto più che il collegio di Bressanone in quel tempo era sì furiosamente assalito, che oramai si prevedeva non sarebbe potuto a lungo durare. Entrarono dunque, l’autunno del 1874, nel nuovo collegio, dal suo fondatore detto collegio Usuelli, sei dei Nostri, cioè il P. Vincenzo Bianchini, che poco sopra abbiamo nominato, con ufficio di Rettore, (non del convitto, ma della nostra comunità), un Padre Spirituale, due prefetti e due fratelli coadiutori. I convittori erano circa venticinque, e frequentavano chi le scuole tecniche, chi le commerciali, chi le ginnasiali. Or il buon P. Bianchini, dacché mise il piede in quella casa, non ebbe un giorno lieto. Il Signore lo volle provare come Giobbe con ogni sorta di tribolazioni, e tra 1’ altre quella di vedere, senza sua colpa (poiché, come si disse, egli non aveva la direzione del convitto), camminar male molte cose nel1’ istituto. È tuttavia necessario osservare eh’ egli godette pur
U) Legge Casati 13 novembre 1859, tit. 3 cap. 8 art. 247.