Breve storia della provincia Veneta della Compagnia di Gesù

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Libro VI. Dal 1891 al 1900.

Tale fu l’origine della residenza di Zara, della quale, per gli anni di cui ora parliamo, basti dire che que’ Padri seguitarono a esercitare, come prima, i loro sacri ministeri in San Grisogono e in altri luoghi, ove n’ erano richiesti : nè ebbero a soffrire molestie o persecuzioni, almeno di qualche momento. Continuarono anche a recarsi all’ abbandonato seminario per udir le confessioni dei chierici. Ma il povero seminario, da quel momento, diventò quasi sterile di que’ frutti che si aspettavano da esso, cioè di buoni sacerdoti, perchè, frequentando i chierici le scuole pubbliche, troppo facilmente perdevano lo spirito ecclesiastico, e spesso anche la vocazione. In Ragusa prima, e in Zara qualche anno più tardi, i Nostri abbandonarono il seminario presso a poco nello stesso modo e per le stesse ragioni ; e par che una storia sia la ripetizione dell’ altra. La partenza dei Gesuiti da quei seminari recò certamente un grave danno agl’ interessi spirituali dell 1 una e dell’ altra diocesi : ma in quei luoghi, e in molti altri, avviene che chi troppo considera e disordinatamente ama gl’ interessi della patria, cioè della propria lingua e nazionalità, non considera abbastanza, od è accecato a tal segno da non veder punto quelli, da cui dipende la salute o la dannazione eterna delle anime. 2. A Ragusa in questo tempo si fecero de’ bei lavori intorno alia chiesa di Sant’ Ignazio, nei quali si distinse il buon fratello Antonio Moscheni, pittore non ispregevole e ottimo religioso. Egli dipinse anche tutta la chiesa di Piacenza e quella di Scutari, e a Fortore la cappellina di Mater Pietatis : quindi passò in Mangalore, ove, dopo aver dato nuove prove dell’arte sua, morì santamente nel 1905. Del rimanente nulla accadde di nuovo in Ragusa, eccetto la morte del P. Massimiliano Bùdinich, il quale, avendo per il corso di trent’anni ben meritato della città, ebbe da questa sì solenni funerali, che tali non l’ ebbero quivi mai nemmeno i Vescovi. E un religioso che aveva conosciuto l’umiltà del Padre e il suo amore alla vita nascosta, ebbe a dire: « Il P. Bùdinich morto, ha fatto più rumore che vivo. » 3. Ora poche parole dei nostri missionari. L' anno 1891, mentre essi erano, al pari di tutti i nostri Padri e fratelli della Dalmazia, grandemente mortificati per le orrende calunnie dette contro loro dal poc’anzi nominato giornale di Fola, il Signore li consolò in una maniera inaspettata. Venne a Spalato Sua Maestà