Breve storia della provincia Veneta della Compagnia di Gesù

Capo X. La Dalmazia.

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sioni politiche, ingrati e pieni di mal talento per i loro educatori. Avendo i Nostri da taluno di questi ricevuto gravissime offese, e tali da non poterne esser autori altri che persone al tutto indegne del santuario, li videro non di meno (quali che ne fossero le cagioni) entrar nel seminario maggiore e seguitar la via degli studi ecclesiastici. Ci fu mandato adunque, nel 1892, un ordine da Roma che in quello stesso anno, terminate le scuole, abbandonassimo il seminario. Al nuovo Arcivescovo Monsignor Gregorio Raiòevió venne fatto di sospenderne d’esecuzione; ma 1’ anno appresso, nonostante ogni sforzo fatto dall’Arcivescovo e dal Podestà, il P. Generale stette saldo, e nell’agosto i Nostri, lasciarono per sempre il seminario Zmajevic. Così fummo cacciati (il termine non è inesatto) anche dal seminario di Zara. È degno d’osservazione, che in Dalmazia eravamo perseguitati, perchè stranieri, mentre in Italia eravamo pure perseguitati, benché non fossimo stranieri. Ma in ogni luogo uno solo era il vero motivo per cui ci era mossa persecuzione, come uno solo era il capo dei persecutori. Pativamo prò Nomine lesa da colui eh 1 è il maggior nemico di quel Nome. In quell’ultim’anno scolastico il Signore ci diede ancora molte consolazioni. Si godeva grande stima presso tutti i buoni; si ricevettero dal nuovo Arcivescovo molte cortesie con replicate e pubbliche dimostrazioni d’ onore ; e dalla maggior parte del clero, come da ogni altro ordine di cittadini, tanti segni d’affetto, che in nessun altro luogo ne avemmo allora altrettanti. I buoni Padri Francescani poi furono grandemente afflitti per la nostra partenza, e diedero chiaramente a conoscere l’amore sincero che ci portavano, e la gratitudine per l’insegnamento dai Nostri impartito ai loro giovani chierici. I nostri alunni stessi (tratti fuori e cacciati via, fin dal principio, due perturbatori incorreggibili) furono docilissimi, e in fine ci dimostrarono un grande affetto. Ora, essendo stato pregato il P. Provinciale dal Podestà e da alcune illustri signore, che almeno lasciasse in Zara qualche Padre per ufficiare la chiesa di San Qrisogono e per continuare verso i cittadini le solite opere di carità, permise che, disperso il collegio, tre Padri e un fratello, senza però nulla promettere, rimanessero nella casa loro donata dai conte Sanfenno in Via San Rocco numero 45 : e il giorno 7 di dicembre dell’ anno seguente 1894, aumentato il numero dei Padri, dichiarò la casa di Zara stabile residenza dipendente dal collegio di Fortore.