Genti d'arme della Repubblica di Venezia

menti di verace fede e amore ardente verso il loro principe naturale, non si lasciarono adescare o vincere dalle lusinghe di casa d J Austria. E ciò tanto più è da porsi in rilievo, in quanto altri friulani spinti dall’ambizione e dall’interesse, non abbandonarono per nulla in talune occasioni il servizio straniero ( 1 ). Dopo che il conte xArtioo nel 1418 ( 2 ) spontaneamente, come s’è veduto, si fece vassallo dei veneziani, i suoi discendenti continuarono sempre con fedeltà ed amore nei servigi della repubblica. Le cronache manoscritte od i brevi regesti stampati, che si conservano noli’archivio di famiglia, ci parlano anzitutto di Federico figlio del conte Artico, che nel 1433 servì con buon numero di cavalli a suo spese, quando gli ungheri irruppero a Kosazzo. Nel 1443 Morando forniva gratuitamente resercito veneziano di biade e legnami e poco dopo (1450) citato da Cesare (Federico 111 re dei romani), sdegnava di presentarsi, facendo rilevare che nel suo territorio nessun altro principe intendeva riconoscere che non fosso la ducale signoria. Manfredo, suo figlio, fu colonnello (1477) di fanteria all’assedio di Trieste ed ivi mori in pubblico servizio. Artico, suo fratello, fu pure capitano di cavalleria nella suddetta

f 1) Moisksso : op. cit. pag. 55 e 56. ( 2 ) Pergamena nell’ aroli. dei conti Giuseppe o Pirro, citata. Prima di Artico due personaggi vanno ricordati di questa linea e cioè Manfredo governatore militare di Enrico VII (1310) e lacopuccio duce supremo delle milizie del patriarcato d'Aquileia e capitano di Sacile (1385).

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