Genti d'arme della Repubblica di Venezia

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Al tempo dell’interdetto (1607) lo troviamo a Peschiera con mille fanti di comando ( l ): in campo al primo avviso dei moti di guerra del 1615, quindi governatore a Legnago, a Brescia e da ultimo in Padova (1624). Lo stesso Giovanni Silvio suo tigliuolo, che fu poi generale di S. M. cesarea, ebbe nel 1650 dal doge Francesco Molili ( 2 ) una condotta di fanti con l’ordine di recarsi all’ obbedienza del pròvveditor generale in Candia. Ventanni di poi, tratto da stimoli di valore e di gloria, si portò co! suo esercito di oltremontani, concesso dall’ imperatore, in levante, allo scopo di cimentarsi nei bollori di Candia, ondo il senato veneto gli rilasciò un attestato ( 3 ) lusinghiero con la ducale 29 marzo 1670. V E merito grande di questo ramo della famiglia Porcia d’aver impiegato vite e ricchezze a sostegno di uno stato italiano e il conte Muzio di Silvio, più sopra ricordato, ben poteva in una sua lettera ( 4 ) così esclamare: «il nostro colonnello solo è stato sempre quello che ha mantenuto l’attuai servizio con la Serenissima Repubblica et sempre fidelissimo per questa patria et frontiere per quella». «Certo servirono valorosamente i Pepoli, i Marti-

(!) Brevi regesti a stampa e arbore delli signori conti de Portia del colonnello di sopra: noli’archivio dei conti Giuseppe c Pirro ( 2 ) Pergamena originale nell baroli, detto. (3) Id. id. ( 4 ) Ms. esistente iiell’arch. suddetto.