Genti d'arme della Repubblica di Venezia

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tarini nel 1595 si ordina «di cassare i primi piatti so non compariscono alla banca e vengono assunti solo per goder del privilegio di portar l’arme», di verificare con ogni diligenza che le bande abbiano tutti gli ufficiali e di esigere die gli uomini d’arme, pur non essendo sudditi della repubblica, stanzino tuttavia beo et foco nello stato veneto ( l ). In una lettera indirizzata qualche anno dopo al provveditore Giovanni Mocenìgo leggiamo ancora: «In materia dello genti d’arme ci occorre dirti che, oltre diverse deliberazioni et ordini fatti per ridurle in quel buon termine che si ricerca, abbiamo anco risoluto ultimamente che circa Tarmar di pistola et corsaletto a botta d’archi buso in luogo di lonza, secondo che a questi tempi si usa in molti luoghi, vi si debba ha ver consideratione sopra, onde volemo con occasione dolio mostre et rassegne... debbi informarti sopra li particolari espressi nella parte del Senato in tal proposito, per scrivere poi l’opinione tua, acciò che sopra di ossa e sopra di quella dei capi da guerra possiamo deliberar quanto sarà giudicato expediente per il pubblico servitio » ( 2 ). Comandante delle fanterie era in quel tempo Giambattista Del Monte, del l'artiglieria Ferrante Rossi, dello corazze Francesco Martinengo; ma questi tre generali non sempre si trovavano dello stesso parere e così la

( 1 ) Ardi, di Stato in Venezia. - Senato Secreta, reg. ‘.IO, c. 103. ( 2 ) Id. id. reg. 92, c. 7e 8,