Genti d'arme della Repubblica di Venezia

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perare, computando quelli degli officiali, tutti gli altri sono magri, sfianchiti, senza forza et ridotti in stato che senza un inquisito governo et presto si faranno inutili et questo ò verissimo. Per quanto a me, tengo, coni’ ho rappresentato anche con una mia scrittura aU’Bcc.mo Sig.r Generale, che la Serenità Vostra, volendo rimettere et restaurare questo squadrone di genti d’arme, sia più che necessario che la dia licenza a questa soldatesca, che si ritirino alle caso loro per un mese: li sani per rimettere ì loro cavalli et provveder di servidori, et gli infermi per rissanarsi et far ristesso, poiché miglior rimedio non è per mio credere che la mutatione dell’aria et la consolatione di poter dar ordine alle cose loro, havendo la maggior parte moglie et tìgli et per far denari delle loro entrate, perché, oltre le paghe che le dà Vostra Serenità, possine nelli lori bisogni haverne abbondantemente et non cadere nelle miserie delti morti ; miseria certo, poiché molti sono morti sopra la paglia et Antonio Carraro ( 1 ), cittadino padovano in banda Porcia, restò abbandonato a Medea da tutti et si cibò gli ultimi giorni di sua vita solo di semola et acqua et questo ò pur vero Serenissimo Prencipe». «Ho giudicato secondo il mio solito con verità rappresentare humilmente ogni particolare alla Serenità Vostra, poiché così mi comanda con sue lettere, et benché intendendo ogni accidente occorso in questa sua povera gente d’arme, la possa comandare all’Ecc.mo Generale quanto si deve operare in questo proposito ». « Si attende uno delli ministri della banca di Verona per poter levare le bollette et accomodar la scrittura, che ne ha bisogno, il quale non ò ancora gionto, con' tutto ch’habbia mandato mie replicate lettere et l’istesso ha fatto l’Ecc.mo Generale, poi si rassegneranno li primi piati, li quali vado scoprendo che questa sia militia infruttuosa

C 1) Negli ole udii dogli uomini d’arme al doc. n. 51 si legge Angelo in luogo di Antonio Carraro.