Genti d'arme della Repubblica di Venezia

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Riguardano esse la qualità dei cavalli, la proibizione dei cambi dei medesimi, gli uomini licenziati e soprattutto robbligo degli ufficiali e delle genti d’arme di presentarsi in ogni punto armati « con le sue arme bianche da capo a piedi, nette et ben all’ordine, con li suoi scudetti, con le lancio canellate et con buone selle armate » ( L ). Per raffinare poi le compagnie, nelle quali erano entrati non pochi spiantati e villanzoni, il savio, richiamando altre disposizioni del senato (3 maggio 1584 e 30 ottobre 1610), insisteva ancora sui requisiti e stabiliva che il condottiere che avesse a proporre qualche soggetto per entrar uomo d'arme , dovesse accompagnarlo con lettere sottoscritte di propria mano, affermando in esse a sua serenità, in fede di cavalier d’onore, che quel tale, oltre avere le condizioni richieste sul l’estimo (almeno duecento ducati d’entrata all’anno) era da lui stimato degno di vestir armi bianche ( 2 ). Poco tempo dopo, noli’occasione della guerra per la Valtellina, i! senato, facendo assegnamento su queste milizie, invitava i condottieri a tenersi pronti con armi e cavalli per muovere ad un suo cenno. Ma, dato il rigore delle disposizioni del savio Da Mula, v’ora grande difficoltà di porre in assetto bande complete e d’altra parte i condottieri non amavano di porsi alla tosta di compagnie deficienti d'uomini e cavalli. Il collaterale

(!) Terminationi dol Savio Da Mula cit. c. 3. ( 2 ) Idem, c. 4.