Genti d'arme della Repubblica di Venezia

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proponeva di unire due bande iti una con capo da sorteggiarsi, altri di completare il numero con archibugieri e moschettieri a cavallo o coti corazze, ma anche questi ripieghi per allora non furono, accolti. La repubblica, legata alle sue istituzioni, indugiava a procedere ad una totale riforma delle genti d'arme e ciò non ostante V esempio che le veniva da altre potenze, le quali avevano soppresso del tutto queste soldatesche armate di lancia o se no valevano come guardie e puramente di fregio e d’ornamento nelle grandi occasioni. Sorse il pensiero di regolare le bande, per ciò che riguardava la lancia, lasciandole in piedi col medesimo nome di genti d’ arme, sotto gli stessi condottieri con gli ordinari stipendi e prerogative, armando i soldati di corazze, moderando alquanto il rigor dei requisiti, per poterle facilmente ridurre al numero di cinquanta con un cavallo solo per soldato. Per il decoro della repubblica e per non lasciar cadere nel T oblio sì nobile milizia, ci fu chi propose di conservar le lancio nella banda grande o del principe; ma finalmente la scarsezza dogli uomini d'arme, dei cavalli adatti e V introduzione dei nuovi sistemi di guerra portarono il senato a serie determinazioni in proposito, che furono concretate nella parte seguente: 1° agosto 1622. «Dimostra chiaramente l’uso del guerreggiare al presente et con )’ esempio degli altri prencipi la evidenza delie ra-