Genti d'arme della Repubblica di Venezia

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Calilo Pizamei di Zanetto da Sacile Carlo Menegaglia di Domenico dalla Motta! 1 ) I Quattr’anni dopo il senato, in considerazione delle necessità del servizio in quelle congiunture,stabiliva di ridurre le compagnie di cavalleria grossa a due reggimenti sul piede di corazze. Non ammettendo indugio l'esecuzione del pubblico decreto, i 1 prov vedi tor Alessandro Mol i n invitava con lettera 28 maggio 1 705 il conte Fulvio il a Brescia per sentire ciò ch’era da farsi, «assicurandolo che, quantunque mutasse la forma del servizio, sarebbe sempre stato egualmente considerato c gradito»( 2 ). Il conte Fulvio II rispose esprimendo il suo rammarico di non poter ottemperare all’ invito, incomodato così com’era per gli anni da nuove indisposizioni sopravvenute alle solite, aggiungendo che avrebbe spedito « invece il tiglio Ottavio alla testa della banda, incontrando volentieri il dispendio per vederlo valente a sostener con decoro il carico » ( 3 ).

(*) La compagnia compresi gli ufficiali era composta di 46 uomini. Al servizio del condottiero v’erano poi stallieri , camerieri e luche: por questi ultimi v’è la nota seguente: « Adi 9 giugno 1701. Vene Pietro Ant al servicio per lachò in ragione di lire 6 al mese, con obligo solo di mantenerlo di vollada e livrea, di camisolino a livrea, di cotolino e di scarpe dovendosi esso comprar calze sottobragliesse, capello e biancheria et hebbe in contanti in più volto lire sei, camisa, calze, croata alla suina di lire dodici c soldi disdotto senza le calze di scaza o filiselo e sciarpe, si che in tutto senza la detta roba ha havuto lire 18.18. I camerieri si pagavano in ragione di tre ducati al mese, gli stallieri avevano solo dieci o dodici lire mensili ». (Note mss. nell’archivio dei conti Giuseppe e Pirro di Porcia). (2) Doc. n. 60. ( 3 ) Lettera di Fulvio li ad Alessandro Molili (11 giugno 1705). Doc. n. 61.