Genti d'arme della Repubblica di Venezia

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che pericolosa infermità e la necessità d’entrare in una non men squisita che longa purgatione. Onde non posso far di mono di non supplicarla riverentemente elio lo piaccia dispensarmi per questa volta tanto dalle prossime guarnigioni, gracia, che per le sue leggi mi viene concessa c per privati affari ancora in altri impartita ; accertando la Serenità vostra, che non sarà perciò cho la banda non resti piena d’officiali, oltre che sono cosi vicino che ogni cinque bore posso ricevere li comandamenti suoi o in altretante bore trasferirmi a Padova al servizio; stimando io sempre non poter meglio spendere 1’ bavere, gli anni e la vita stessa, come sempre farò quando le nascili l’occasione, con che riverentemente le bacio lo mani et in sua gracia mi raccomando. Di Tamai, tì aprile D3OO, Di V. S. vassallo e serv. devotis. ino Fulvio co. di Pouzia Con l.r suo di Genti d’Arrne, Doc. 30 (Arch, detto, in copia). Lettera del co. Fulvio I aU’iM.mo slg. Leonardo Donà provvedltor generale di terraferma. Ill.mo et Eee.mo Siy. mìo Col.mo Tengo ordino fattomi sapere di commissione di Sua Serenità di dover star pronto all’obbedienza di V. Fico, 111,ma edi avvisare anco li sigg. officiali e soldati della mia banda, aciochè tutti siano pronti con armi e cavalli per essequire li comandamenti suoi, onde barai parso per mio debito di farle molta riverenza con la presente e dirli che sto pronto con desiderio infinito che mi si offerisca occasione di poter servire la sua Serenità et V. S. 111. ma et Ecc.ma con quelli veri effetti che sono stati soliti di operare li miei maggiori in tanti anni et in tante occasioni quante ne sono accadute dopo che volontariamente si sottoposero a cotesto serenissimo dominio. Si cho ella si prometti pur da me una pronta obbedienza, un affetto infuso, un" emulatone grande, come li miei antenati, non solo di non voler tralignare, ma di avanzarli in cotesto servizio et