Genti d'arme della Repubblica di Venezia

57

Il pensiero dei condottieri tutti in proposito è espresso chiaramente in una lettera del conte Fulvio di Porcia al serenissimo principe, della quale ci piace riportare alcuni brani : « L’ uomo d’arme e il più onorato soldato che sii in tutti gli ordini di militia. Il principe più grande e più vicino agli stati suoi d’ltalia, che è il Re Cattolico, con spesa immensa conserva nei regni di Napoli e Cicilia e Stato di Milano più di due mila e seicento homeni d’arme; il Granduca di Toscana cento e più bomeui d’arme; sicché il privarsi di questa militia che i vicini mantengono et che noi condottieri con tanta fatica teniamo ad uno, non sappiamo come sia ragion di stato ciò fare, porche so una volta si scioglie questa militia, mai più sarà possibile rifarla et in rottura di pace che sorta di cavalleria porremo di contro a quella nemica? Le corazze che forse, pare si voglia ora introdurre? » E veramente si ventilava il progetto di trasformare tutte lo bande d’armi in due grandi reggimenti di corazze ( l ). Sopprimere le quattordici compagnie tradizionali e caratteristiche, sostituire la lancia all’archibugio, era cosa che sembrava ai condottieri un’enormità: epperò nello scritto suddetto si legge ancora : « Consideri la Serenità vostra quale sia arma più sicura l’archibuso o la lanza ; uno che ha la lanza mai fallisce, nè v’ è

(*) Boc. ri. 0 27.