Il Molise dalle origini ai nostri giorni

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orgoglio il nomo del feudo originario, che da qualche secolo aveva loro conferito notorietà e ricchezza; e nelle monografie dei tre successivi volumi noi c’imbatteremo di frequente negli Acquaviva e coi d’Alife, i Beimonte, i di Capua, i d’Evoli, i Gaetani, i Gesualdo, i Sangro, i Sanseverino, ecc. Ma c’imbatteremo altresì, e con frequenza maggiore, coi Gambatesa, i Montaquila, i Pesche, i Sessano, i Pescolanciano, i Luparia, i Montagano, i Castropignano, ecc, famiglie particolari e specifiche del nostro Molise, ed evidenti diramazioni della vetustissima stirpe dei Marchisio o Molisio, la quale a sua volta risaliva nel tempo al bulgaro Aiczeco del secolo VII, come innanzi abbiamo congetturato. La Contea di Molise, però, a causa della sua primitiva vastità, aveva dato il proprio nome al Contado amministrativo, o topografico che dir si voglia; di guisa che gli storici usarono bene spesso indifferentemente i vocaboli Contea e Contado di Molise come se fossero sinonimi. Ed in conseguenza, al tempo della divisione del Regno in dieci provincie o “ giustizierati „ (istituita dai normanni e ripristinata da Federico II), noi troviamo la provincia del Contado di Molise come unità a parte e formalmente distinta dalle altre. La provincia del Contado di Molise ebbe per arma o blasone una stella crinita di bianco in campo vermiglio, racchiuso da una ghirlanda di spighe di grano. La stella di bianco in campo vermiglio può indicare, araldicamente, la prosperità che rifulge dopo tante vicende fortunoso e luttuose; la ghirlanda di spighe, la fecondità delle campagne produttrici di ottimi frumenti. Alcuni autori, fra cui il Mazzolla ed il Parrino, presumono che la stella crinita (elemento dell’ arma di casa del Balzo) sia stata adottata dal Contado in considerazione dei molti feudi che tale famiglia vi possedeva. Il che è assolutamente erroneo ed infondato; ed invero dal catalogo da noi formato delle famiglie che ebbero feudi nel Molise e che verrà inserito nel IV volume, risulta che le famiglie prevalenti por numero di feudi furono i Caracciolo, i Garafa e i di Capua Altavilla, mentre i del Balzo n’ebbero il minor numero e forse non più di quattro o cinque ! ♦ * * Il territorio dello Stato, fin dai tempi longobardi, era diviso in feudi. Alla voce “ feudum „ sono state assegnate varie spiegazioni, le quali però collimano tutto nella sostanza del contenuto. Cuìacio, l’immortale esegèta francese della scienza legislativa di Roma, sostiene “ feudum „ valor “ fides „ por la fedeltà che il concessionario doveva al concedente. La scuola tedesca, invece, lo vuole derivato da “ fehe „ (mercede o ricompensa nell’antico idioma teutonico), parola cho sopravvive in “ foe „ nell’inglese moderno, col significato di feudo, onorario, competenza, ecc. Nè manca, infine, chi con qualche artificio filologico ritiene che “ feudum „ provenga da “ fruenda „ cioè cosa data a fruire.