Il Molise dalle origini ai nostri giorni

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Una simile pressione tributaria era tutt’altro che lieve per una nazione esclusivamente agricola ; eppure sarebbe sembrata assai meno gravosa se la molteplicità dei cespiti non le avesse conferito il crisma di una formale soperchieria, e di una vessazione quasi crudele. L'illustre Winspeare, procuratore generale presso la Commissione feudale, nella sua famosa ** Storia degli abusi feudali „ enumera in circa 1400 le prestazioni personali e reali che incombevano sulle popolazioni, non essendovi manifestazione delle attività, delle industrio, dei rendimenti, che isfuggisse all’avidità tassatoria ed alla prepotenza atavica dei feudatari. Tali prestazioni non erano di uso generale nella complessità del loro numero, nè in ciascun luogo, nè tutte vigenti negli ultimi tempi, poiché verso la seconda metà del secolo XVII i baroni si astennero dal pretendere l’osservanza di parecchie delle più esose ; ma le maggiori, le più redditive perdurarono, e non cessarono di vigere se non con l’abolizione della feudalità. La mente umana resta sbalordita nel meditare in quanti rivoli defluisse la tassazione travagliosa ed opprimente del regime feudale : e comprende troppo bene quanta ragione avesse il Broggia uno dei nostri primi e maggiori economisti quando scrisse che “ i tributi in tanto riescono “ sovente penosi ed insoffribili a i popoli, non già perchè assolutamente “ sono di grande importo ; ma per essere mal situati „ (104). Questa tassazione frammentaria, spicciola, analitica, incoerente, veniva aggravata dai tributi comunali, circa i quali occorre pure spendere due parole. I Comuni, lo università, non ricorrevano a misure uniformi nella for• inazione del proprio bilancio, e nella continuità di esso. Alcune università, come Guardi albera, S. Angelo Limosano , Vastogirardi, ecc. t godevano rendite patrimoniali loro proprie, che le esimeva dal gravare la mano sui contribuenti. Altre, invece, che non si trovavano in condizione cosi felice, creavano l’entrata mediante la tassazione degli abitanti per fuochi: ciò che dieevasi “ vivere a battaglione „o “ vivere a testatico Un molto ristretto numero di università ricavava il fabbisogno esclusivamente dalla tassazione dei commestibili di più generale consumo, vivendo, cioè, “ a gabella „. E numerose erano, infine, quelle che alle necessità del bilancio sopperivano con l’imposta sui beni rustici ed urbani, e sui provvedimenti industriali e commerciali ; ciò che dieevasi “ vivere a catasto II vivere a gabella era il sistema preferito nei centri maggiori, nei quali però solevasi abbinarlo col sistema a catasto. La generalità dei nostri comuni viveva a battaglione. * Analizzata sommariamente l’organizzazione dei tributi nel regime feudale, non possiamo dispensarci da un rapido esame dei bilanci dei Co-