Il Molise dalle origini ai nostri giorni

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pei feudi piani (100), e di cinque per feudi di natura pecuniaria e non territoriale. L’adoa era dovuta per metà dal titolare, per metà dal feudo ; e le università, in ragione di cinque carlini a fuoco la corrispondevano alle Camere baronali responsabili del pagamento integrale verso l’Erario. Siffatto tramite fu osservato infino a tutto il secolo XV. Esso però dava luogo a tali e tanti litigi per errori e brogli, spesso inestricabili fra le Camere baronali e i Sindacì ed Eletti delle università, da indurre Ferdinando il Cattolico ad abolirlo, e stabilire che la metà dell’adoa delle università venisse versata direttamente dai rispettivi organi amministrativi ai Regi Tesorieri e Percettori. Nel 1561 l’adoa complessiva del Contado di Molise ascendeva a ducati 3152, pari a L. 13.400. Gravava quindi sulle università per 6700: somma che conglobata col montante del focatico in L. 100.000, formava un’imposizione ordinaria di L. 106.700 determinante la media di L. 1046 per ogni università, e circa L. 7 a fuoco. Vi erano, inoltre, parecchie imposizioni straordinarie, così chiamate non perchè eventuali e transitorie, ma pel motivo ch’erano state stabilito per fronteggiare speciali spese, sopravvenute dopo la costituzione focale, e divenute continuative. Questi fiscali straordinari ascendevano, in complesso, a non meno di L. 3,55 all'anno a fuoco (101). Ogni fuoco era tassato, adunque, in media, per annue L. 10,55 d’imposte di Stato, senza tener conto delle prestazioni feudali gravissime e talora addirittura avvilenti. Nè è da credere che i fiscali rimanessero consolidati in perpetuo nella cifra suddetta ; perchè è noto che, in seguito a successivi e graduali ritocchi, essi avevano raggiunta la massima gravezza nel 1647 di carlini 48 (pari aL. 20,60) a fuoco, ridotti poi a carlini 42 (L. 17,85) dopo la rivolta di Masaniello. In quell’epoca Toro e S. Giovanni in Galdo avevano cessato di essere terre franche ; senonchè, invece di corrispondere l'intero focatico, erano tassate per la metà ; ed Isernia, malgrado i vecchi privilegi, lo aveva visto aumentare a due. 3,17 (pari a L. 13,45): troppo in confronto al nulla di prima ! (102) Nel 1790, all’inizio dei nuovi tempi, lo Stato ritraeva oltre undici milioni e mezzo di ducati : i feudatari e gli ecclesiastici di parte loro oltre sei milioni : una contribuzione complessiva di circa 18.000.000 di ducati (103), la quale ripartita sopra una popolazione che non giungeva a cinque milioni d’abitanti, dava una media di L. 17 a testa. Dal 1647 al 1790, in un secolo e mezzo, il tributo focale di L. 17,85 era divenuto tributo individuale di L. 9,80: e l’individuo del 1790 pagava complessivamente quanto il fuoco o la famiglia del 1647, senza che le popolazioni avessero ricevuto alcun compenso di comodità civile, nè impulso alcuno al progresso. Il danaro non esulava più nella Spagna pel tramite dei viceré ; ma si spendeva allegramente a Napoli, e si pagava purtroppo assai caro l’onore di passare per regno autonomo, o di avere una dinastia nazionale.