Il Molise dalle origini ai nostri giorni

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XV. La Provincia di Molise dal 1806 al 1860.

La caduta del vecchio regime e 1' organizzazione francese dello Stato : il Direttorio e il Consiglio di Stato. —La legge 8 agosto 1808 stabilisce la nuova circoscrizione amministrativa del Regno : il Contado resta aggregato alla Capitanata, La provincia di Molise dichiarata autonoma con legge 27 settembre 1806 : a chi attribuire il felice provvedimento ? La circoscrizione territoriale della provincia di Molise nel 1807. La riforma murattiana del 1811 amplia la precedente con l’aggregazione del Distretto di Larino. Ordina* mento amministrativo; l'lntendente; il Consiglio d’lntendenza; il Segretario Generale; il Sottintendente; il Consiglio Generale della Provincia; i Consigli Distrettuali ; Serie degli Intendenti del Molise dal 1806 al 1860 ; Serie dei Presidenti del Consiglio Generale del Molise fino al 1860; il Decurionato; il Sindaco; gli Eletti. Ordinamento giudiziario :la Corte Suprema di Giustizia ; la Gran Corte Civile ; la Gran Corte Criminale ; il Tribunale Civile ; i Regi Giudicati; i Conciliatori. Ordinamento fiscale; il Catasto Onciario; il Catasto Fondiario; la Contribuzione fondiaria. Quando Giuseppe Bonaparte occupò Napoli in nome e per ordine deirimperatore, trovò tutto il vecchio mondo ufficiale nella più miserevole disgregazione. La Corte era fuggita per la seconda volta in Sicilia asportando quanto aveva potuto del pubblico tesoro ; e la somma delle cose era stata affidata ad un Consìglio di Reggenza presieduto dal principe ereditario, e composto dal tenente generale principe Diego Naselli d’ Aragona, del principe di Canosa padre, e da Michelangelo Oiancinlli, eminente magistrato, Caporuota nel S. R. Consiglio. II principe Vicario spedì a Giuseppe Bonaparte, accampato in Albano, il duca Santa Teodora con mandato di aprire trattative per una possibile intesa ; ma il Bonaparte rifiutò di entrare in negoziati. Se Tambasciatore avesse proposte da fare, andasse a Parigi dall’ Imperatore : poteva egli munirlo di un passaporto per la Francia, doveva però continuare senz’altro la marcia sa Napoli in conformità degli ordini ricevuti. Edotto del rifiuto, il principe Vicario don Francesco prese pur lui la via delle Calabrie per la Sicilia; e la Reggenza spedi al Bonaparte il marchese Malaspina e il duca di Campochiaro per renderlo edotto degli avvenimenti e chioderà armistizio per due mesi. Il Bonaparte rispose seccamente provvedesse la Reggenza ad ordinare la resa delle fortezze o ad aprire le porte della Capitale, se non volesse assumere la responsabilità di un inutile spargimento di sangue. Gli inviati, allora, concordarono, “ a solo patto di quiete pubblica e di rispetto alle persone ed “ alle proprietà, la resa delle fortezze e dei Castelli del Regno, il libero “ ingresso nella città, l’obbedienza al conquistatore „ (163). Il 15 febbraio 1806 Giuseppe Bonaparte fece il solenne ingresso in Napoli; ricevuto dalla Reggenza che Io scortò e condusse alla Reggia,