Il Molise dalle origini ai nostri giorni

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rali elio le materie stesse concorrono a sciogliere; ed insieme il notevole svolgimento di calore cui osso letame dà luogo, determinato dall'assorbimento o dalla ritentività delle acque pluviali. A quei tempi, però, questi principi —ora non più argomento di discussione non orano ancora balzati fuori dai laboratori di chimica inorganica ed organica, nè stati confortati dalle risultanze concordi dei campi sperimentali; e d’altronde i raccolti si presentavano generalmente abbondanti pel duplice motivo che le terre erano stato messe a coltura da poco, o F esistenza dei boschi concorreva da un lato all’ equilibrio del clima, e dall’altro alla migliore distribuzione od alla più regolare periodicità delle piogge. Erano sconosciute allora le prolungate siccità estive, oggi consuete ed oltremodo dannose ; ed il granturco, ad esempio, veniva su bene, senza stenti, ed in alcuno località con rigoglio veramente ammirevole. Se si aggiungono a tali cause precipue altre non meno importanti , quali il modesto peso delle imposte e la modicità della mano d'opera, si può asserire che allora la sterilità per esaurimento ora affatto ignota, nè si poteva pur lontanamente prevedere. La si stava preparando ai lontani successori. Il regime francese del decennio bisogna riconoscerlo curò molto l'incremento dell’agricoltura; o l’indirizzo fu seguito puro dai Borboni dopo la restaurazione del 1815. I reggitori dello Stato erano guidati o spinti più dal bisogno di creare una valida risorsa economica in vista di eventuali aggravi dello contribuzioni, dio da vero sentimento di protezione o di mecenatismo agrario. Checché fosse, diedero però prove innegabili d’interessamento a prò’ dell'agricoltura, la quale fu e rimane per noi la prima o fonti amen tale sorgente della ricchezza. Ogni provincia (col R. D. 1G febbraio 1810) fu dotata d’una u Società Agricola „ (trasformate nei 1 RI2 con più larghe vedute in “ Società Economiche „) allo scopo di provvedere allo molteplici esigenze dell’ agricoltura e dello industrie, nonché all’eli min aziono delle vecchie direttive tecniche e pratiche die paressero non più corrispondenti alle finalità doll’esercizio e del reddito. Ed anche il Molise ebbe la propria, la qiiale non difettò di solerzia e di buone intenzioni. Abbiamo già accennato all’opportuna proposta del Fiìipponi por l'insegnamento agricolo : aggiungeremo che la Società Economica estese c favorì nell’ ambito della circoscrizione la coltivazione degli alberi da frutta: promosso ed incoraggiò la coltura del prato: introdusse la coltivazione della patata (il prezioso tubero proveniente dall’America meridionale nel secolo XVIII): od operò, insomma, quanto seppe o potè per scuotere l’alto sonno degli agricoltori, o far foro abbandonare la vecchia strada; ma non riuscì a rimuovere del tutto le costumanze inveterato e l'abito tradizionale. Che sì voleva alla fin fine dagli agricoltori ? Quando Dio voleva, le cose andavano bone; quando no, no. Inutile andare contro la volontà del Signore. Tali le idee predominanti nelle campagne.

GK H Masciotta - Il Molise - 22.