La critica e l'arte di Leonardo da Vinci

80 PARTE PRIMA

Esse si riferiscono infatti all'impiego di elementi artistici per fini non artistici. E il pericolo comincia soltanto là dove avviene il contrario, cioè se elementi non artistici sono introdotti nell'opera d'arte : come, appunto, se concetti astratti presiedono alla formazione effettiva dell’opera d’arte.

Astrazioni inutili non mancano nel Trattato della Pittura, riguardanti lo studio oggettivo della realtà e le proporzioni matematiche della figura umana. Non è il caso di considerarle. Nessun trattato d’arte si è sottratto mai a simili astrazioni. Esse d'altronde sono facilmente distrutte dal fuoco della fantasia, appena l’artista passa dalla teoria alla pratica.

Non è tuttavia inutile rilevare come princìpi artistici eccellenti siano talora guastati proprio da una loro interpretazione astratta.

Leonardo tiene molto alla varietà nelle composizioni piîtoriche :

« Il pictore debbe cercare d'essere universale, perchè manca assai di degnità a fare una cosa bene e l’altra male, come molti che solo studiano nello ignudo misurato e proportionato e non ricercan la sua varietà; perchè pò uno omo essere proportionato e essere grosso e corto o lungo e sottile o mediocre, e chi di questa varietà non tiene conto fa sempre le figure sue in istampa, che pare essere tuti fratelli, la qual cosa merita gran riprensione » (1).

« Dilettisi il pittore ne’ componimenti delle istorie della copia e varietà... acciochè la novità ed abbondanza attragga a sè e diletti l'occhio del riguardatore » (2).

Il principio è in sè eccellente, si ricollega alla visione universale della natura donde sorge l’arte di Leonardo, e porta a quella libertà di motivi che è strettamente connessa con lo stile

(1) G. 5 v.; Richter, 503; Trattato, B. 75. (2) Trattato, B. 179.