La critica e l'arte di Leonardo da Vinci

ESIGENZE INTELLETTUALI 81

pittorico. Ma quando egli vuole applicare il principio e consiglia il modo di ottenere la varietà, cade nell’astrazione :

« Se tu vuoi avere facilità nel tenerti a mente un'aria d'un volto, impara prima a mente di molte teste, occhi, nasi, bocche, menti, gole, colli e spalle. Poniamo caso, i nasi sono di dieci ragioni : dritto, gobbo, cavo, col rilievo più su o più giù che il mezzo, aquilino, pari, simo, tondo ed acuto : questi sono buoni in quanto al profilo. In faccia i nasi sono di undici ragioni, ecc. E così troverai diversità nelle altre particole, le quali cose tu dèi ritrarre di naturale e metterle a mente » (1).

Sembra che Leonardo faccia la parodia di sè stesso. Non s'accorge che il ripetere in tutte le figure della composizione il medesimo naso oppure dieci nasi distinti costituisce il medesimo errore contro la libertà dell’arte, contro l'apparenza sempre nuova e fuggevole del mondo esteriore. Non solo, ma anche l’esperienza di simili « particole » astratte, non può se non ingenerare nell’artista una maniera meccanica di mettere assieme elementi staccati dalla realtà, e quindi morti.

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Ma fra tutti i pericoli intellettualistici dei precetti vinciani, il più grave senza dubbio è di confondere la rivelazione dello spirito umano nelle forme dipinte con lo studio obiettivo e scientifico della psicologia.

Il moto, elemento essenziale dell’arte di Leonardo, è considerato anche dall’Alberti come il mezzo più adatto alla espressione psicologica. Niente di più giustificato in arte che una simile richiesta; ma niente di più pericoloso che un’even-

(I) Trattato, B. 286.

VENTIIRI (o)