La critica e l'arte di Leonardo da Vinci

82 PARTE PRIMA

tuale esagerazione del moto trasporti l’opera dalla vita nel palcoscenico.

«La più importante cosa che ne” discorsi della pittura trovar si possa, sono i movimenti appropriati agli accidenti mentali di ciascun animale, come desiderio, sprezzamento, ira, pietà e simili » (1).

«Il buon pittore ha da dipingere due cose principali, cioè l’uomo ed il concetto della mente sua. Il primo è facile, il secondo difficile, perchè si ha a figurare con gesti e movimenti delle membra : e questo è da essere imparato dai muti, che meglio li fanno che alcun’altra sorta d’uomini » (2).

«Le figure degli uomini abbiano atto proprio alla loro operazione in modo che, vedendole, tu intenda quello che per loro si pensi o dica; i quali saranno bene imparati da chi imiterà i moti de’ muti, i quali parlano con i movimenti delle mani, degli occhi, delle ciglia e di tutta la persona, nel voler esprimere il concetto dell’animo loro; e non ti ridere di me, perchè io ti proponga un precettore senza lingua il quale ti abbia ad insegnar quell’arte ch'e” non sa fare; perchè meglio t’insegnerà egli co’ fatti, che tutti gli aliri con parole; e non sprezzare tal consiglio, perchè essi sono i maestri de’ movimenti ed intendono da lontano di quel che uno parla, quando egli accomoda i moti delle mani con le parole » (3).

Il pericolo è manifesto. L'espressione dei sentimenti si concreta in un arruffio di pose caricate. L'artista perde la sua funzione lirica per assumere il virtuosismo dell'attore. Il canto, con la sua placida ampiezza, si perde; e non rimane se non l’urlo della passione.

(1) Trattato, B. 119. (2) Trattato, B. 176. (3) Trattato, B. 112