La critica e l'arte di Leonardo da Vinci

96 PARTE SECONDA

All’interpretazione simbolica dell’arte di Leonardo pensa invece Girolamo Casio, descrivendo la «Sant'Anna» (1): Gesù vuol farsi l'agnello del mondo, Maria vorrebbe iratte- | nerlo, ma Anna avverte Maria che così è ordinato.

E dell’opera d’arte che cosa rimane?

* E

Eppure i contemporanei ebbero notizia della maniera anA tisistematica con cui lavorava Leonardo. La racconta Matteo Bandello (2), il quale ebbe occasione di vedere Leonardo al lavoro del « Cenacolo » :

« Soleva anco spesso, ed io più volte l'ho veduto e conTr siderato, andar la matina a buon’ora e montar sul ponte, perî chè il Cenacolo è alquanto da terra alto; soleva, dico, dal nascente sole sino a l’imbrunita sera non levarsi mai il pennello di mano, ma scordatosi il mangiare e il bere, di continovo dipingere. Se ne sarebbe poi stato dui, tre e quattro dì che non v'averebbe messa mano, e tuttavia dimorava talora una e due ore del giorno e solamente contemplava, considerava ed essaminando tra sè, le sue figure giudicava. L” ho anco veduto secondo che il capriccio o ghiribizzo lo toccava, partirsi ani da mezzogiorno, quando il sole è in lione, da Corte vecchia ove quel stupendo cavallo di terra componeva, e venirsene dritto a le Grazie ed asceso sul ponte pigliar il pennello ed una o due pennellate dar ad una di quelle figure, e di subito partirsi e andar altrove ». |

L'importanza delle indicazioni del Bandello è evidente : la ricerca dell'idea da attuare non poteva andare parallela con il lavoro manuale. Non solo nella teoria o nella pratica della

x (i) GiroLamo Casio, Libro de’ Fasti. Cfr. Bossi, op. cit., pag. 262. n. 45. (2) Le Novelle, Bari, 1910. Vol. II, pag. 283-284. L. I, nella dedica alla

novella n. 58.