La critica e l'arte di Leonardo da Vinci

LA TRADIZIONE CRITICA SULL’ARTE DI LEONARDO 109

« Oltre a’ i moti dichiarati sin'adesso..., ve ne sono ancora altri di non poca importanza, i quali si reggono dietro al più bello, et proprio che si possi fare dà un corpo humano, si per l’effetto che all’hora fà l'huomo, come per la qualità delle stagioni et delle cose che si gustano per li sensi. AI che fare con lode, bisogna in tutti gli atti, et effetti fare una scielta dei migliori et più accommodati moti investigandogli sottilmente, et cavandogli dalle circonstanze, in che si trova colui che si rappresenta; come già per esempio fece Leonardo Vinci, nel Cartone della Santa Anna... et ancora nella tavola che si vede nella Capella della Conceptione in Santo Francesco di Milano, della quale occorrerà ragionare anco nel libro de i lumi, dove si vede in Santo Giovanni Battista mentre in ginocchio con le mani aggionte se’ inchina è Christo, il moto dell’ubedienza, et riverenza puerile, et nella Vergine il moto d'una allegra speculatione, mentre rimira questi atti, et ne l'angelo il moto della Angelica beltà in atto di considerare la gioia che da quel misterio era per risultare al mondo, in Christo fanciullo la divinità, et sapienza, et però là Vergine stà in ginocchio tenendo con là destra S. Giovanni, stendendo la sinistra in fuori in scorto, et così l'Angelo tenendo Christo con la mano sinistra il quale stando assiso mira S. Giovanni et lo benedice » (1).

Negli esempi il Lomazzo finisce dunque per dimenticare la premessa della ricerca dei moti « che si reggono dietro al più bello et proprio », ma la premessa occorre tener presente per capire come nelle determinazioni psicologiche egli sottintenda la funzione teorica. Tanto più che la trattazione dei moti nel quadro di Leonardo, noto sotto il nome di « Vergine delle rocce », s'integra nella trattazione della luce, « Per essempio

(1) Trattato, p. |71.