La critica e l'arte di Leonardo da Vinci

110 PARTE SECONDA

della vera arte di disporre eccellentemente i lumi ci potrà servire invece di tutti quella tavola di Leonardo Vinci, oltre molti altri suoi disegni allumati, che è in Santo Francesco in Milano dove è dipinta la Concettione della Madonna, laquale in questa parte per non trattar qui dell’altre sue eccellenze è mirabilissima e veramente singolare » (1).

Per definire l'eccellenza dell’arte di Leonardo, il Lomazzo parla di moti e di lumi. Per intendere il quadro di Leonardo, ch'egli ha di continuo sott'occhio, il Lomazzo esamina i moti e i lumi. Non si tratta di movimento materiale, poichè la « Vergine delle rocce » presenta figure assai calme; si tratta di moto spirituale, che si regge « dietro al più bello », e che si concreta nell’effetto di luce.

Il Lomazzo intende, direi anzi esagera, il caratiere cromatico del chiaroscuro leonardesco. « Col colore esprime, et dichiara il pittore due cose, la prima il colore de la cosa naturale o artificiale, et questo fà con colore simile, verbi gratia il colore azurro d'una vesta con altro azurro... : l'altra è il lume del sole o d'altra cosa che alluma que’ colori... ». Nella veste azzurra, per rappresentare « il lume con che quell’azurro è rischiarato, è bisogno mescolare con l’azurro tanto di color chiaro, quanta luce vede, che è in quella parte de la veste, dove il lume ferisce, et percuote con maggior forza ». Si attenuerà il chiaro ove è attenuata la luce, ma «la dove i raggi col lume non percuotono ne la veste di chiaro in chiaro se non per reflesso o per riverberatione mescolarà con l’azurro tanto colore oscuro, quanto le parerà che sia bastevole per rappresentare quella luce così smarrita... Ne laquale osserva-

tione d’effetti che fà la luce co "1 colore furono miracolosi, et eccellenti Rafaello d'Urbino, Leonardo Vinci, Antonio da

(1) Trattato, pag. 212.