La critica e l'arte di Leonardo da Vinci

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LA TRADIZIONE CRITICA SULL’ARTE DI LEONARDO 135

Insomma, malgrado le deficienti espressioni, il Rio ha pure una vaga coscienza della fantasia creatrice di Leonardo. La sua sopravalutazione del tecnico, non gl’impedisce di apprezzare i caratteri spirituali di lui. I pregiudizi morali che si destano davanti al’ « Battista » si sciolgono al calore della « Cena ».

Il Rio conosce, meglio di qualunque altro abbia scritto su Leonardo, il valore della critica del Lomazzo, e può quindi orientarsi nel caratterizzare le qualità figurative pure della pittura di Leonardo : « force dans le relief, splendeur et harmonie dans les lumières, dont il sut si bien combiner le jeu avec celui des ombres qu'il en résulta cette magie du clair-obscur dont il fut le véritable inventeur..., double tendance, que j'appellerais volontiers plastique et musicale ». Musicale è una metafora, che svia troppo l'intelligenza dal fatto, sopra tutto perchè contrapposta a plastica. S'egli avesse ben compresa la questione, avrebbe detto « pittorica ».

La concezione del Rio tende però alla determinazione della personalità di Leonardo, anche se parte da astratte categorie esteriori. Ma le categorie stesse hanno già rotta l’unità intuita dallo Stendhal, e contengono il grave pericolo di suggerire ciascuna uno sviluppo autonomo e divergente, allontanando le menti da quella personalità centrale che tutto riunisce ed accorda.

E l'effetto si trova nel Taine (1):

« Peut-étre n'y a-t-il point au monde un exemple d'un génie si universel, si inventif, si incapable de se contenter, si avide d’infini, si naturellement raffiné, si lancé en avant, au

delà de son siècle et des siècles suivants. Ses figures expriment

(1) H. Tae, Voyage en Italie. Paris, 1897. T. II, p. 408, 409, 410. Il

viaggio avvenne nel 1864.