La critica e l'arte di Leonardo da Vinci

LA TRADIZIONE CRITICA SULL'ARTE DI LEONARDO 141

ramento dello scienziato nell’artista, senza separarli, lumeggiandoli a vicenda, con piena coscienza dell'unità inscindibile dello spirito di Leonardo.

In Italia, dove pure ebbe principio con Giovanni Morelli :1 controllo delle attribuzioni a Leonardo sulla base della critica stilistica e dove si è spiegata una notevole attività per le ricerche biografiche e storico-scientifiche relative a Leonardo, l’interpretazione psicologica della personalità di lui non ebbe numerosi cultori. Nel 1883, il Boito (1) continua a caratterizzare Leonardo quale creatore di una obbiettività opposta al soggettivismo di Michelangelo e di Raffaello; ed è in ciò seguito dal Solmi (2). Continuano essi cioè a ricollegarsi alle interpretazioni psicologiche del secolo XVIII, come se le raffinate interpretazioni dallo Stendhal al Pater non fossero state pubblicate.

Meglio il Panzacchi (3), il quale constata essere l’unità dello scienziato e dell'artista bene corrispondente al carattere profondamente unitario dell’opera d’arte, e indica il lavoro dello scienziato come un prolungamento dell'artista, e rileva il carattere vinciano contrario alle formule e ai moduli, cioè alle astrazioni.

E il Farinelli (4), in seguito a numerose analisi dei manoscritti vinciani, in seguito a scrupolose esitazioni superate, scrive che per Leonardo : « L'arte, che degenerava lasciando

natura, doveva risorgere collo studio di natura. E tanto ebbe

(|) C. Borro. Leonardo, Michelangelo, Andrea Palladio. Milano, 1883, pag. 44.

(2) Epmonpo SoLMIi. Leonardo, Firenze, 1900, pag. 152.

(3) E. PanzaccHI. Leonardo da Vinci. In « La Vita Italiana del Rinascimento » Ii, Arte, Milano, 1893, pag. 467, 478, 471, 474.

(4) A. FarinELLI. La natura nel pensiero e nell’arte di Leonardo da Vinci, in Michelangelo e Dante. Torino, 1918, pag. 357. Lo scritto fu pubblicato pei la prima volta nel 1903.