La critica e l'arte di Leonardo da Vinci

144 PARTE SECONDA

figurativa pura riprendeva in esame i problemi svolti dal Lomazzo e toccati dal De Piles. John Ruskin tratta quei problemi con una visione larghissima e con una sì forte personalità da influire su seguaci ed avversari.

È intanto opportuno premettere che il Ruskin nutre per il Trattato di Leonardo un grande rispetto, e anzi se ne serve assai quale fondamento delle sue conferenze sull’arte (1). Sopra tutto lo scrupoloso rispetto per la natura armonizza le due anime, di Leonardo e del Ruskin.

Ma nel 1851 avviene nel Ruskin quella crisi spirituale che si concreta nella sua ribellione allo spirito del Rinascimento in favore del Medioevo. Nè si può dire che si tratti solo di una crisi religiosa. Si armonizzano anzi i suoi sentimenti religiosi con i suoi princìpi d'arte. Gli artisti italiani del Rinascimento, primo Leonardo, gli appaiono valorosi e ben corazzati cavalieri; ma nel momento della lotta i contemporanei confusero la loro corazza con la loro forza. Il Ghiberti e il Verrocchio univano scienza e invenzione, metodo ed emozione, finitura e furore poetico. Ma i loro successori si assicurarono il metodo scientifico e la finitura, e in cambio vi perdettero l’anima loro (2). L'orgoglio scientifico uccide l’arte; concezione teorica donde scaturisce una grandiosa visione storica :

« Raffaello, Leonardo e Michelangelo furono educati alla antica scuola; ebbero maestri che avevano bene intesi i limiti dell’arte, e che erano quasi altrettanto grandi quanto loro stessi. Ma i maestri erano imbevuti di uno spirito anticamente religioso e serlissimo ; e se i discepoli l’appresero da loro, furono tuttavia anche abbeverati a tutte le fonti del sapere, aperte in quel tempo. Perciò divennero le maraviglie del mondo. Ma-

(1) Lectures on art. lè ed. 1870. London, Allen, 1906. Si confrontino per esempio i cap. 107, 129, 130, 142, 164. (2) The Stones of Venice, London, Allen, 1908, vol. Ill, p. 14 e 265.