La critica e l'arte di Leonardo da Vinci

x LA TRADIZIONE CRITICA SULL’ARTE DI LEONARDO 161

nardo, svierei me stesso e il lettore se ricordassi tutti i contributi

particolari, anche ottimi, alle infinite particolari questioni. Credo tuttavia opportuno accennare ai giudizi critici che si contengono nelle maggiori monografie su Leonardo.

Eugenio Miintz (1) fa osservazioni acute, non sempre in accordo tra loro. S'accorge che prospettiva e anatomia sono per Leonardo mezzi secondari ch'egli subordina allo scopo, uno scopo di grazia, di bellezza e d’armonia. Questo ideale conduce all'effetto religioso nella « Vergine delle rocce » e alle « idee più ridenti » nella « Sant'Anna ». Ma il Miintz non chiaî risce come Leonardo attui precisamente l'ideale di grazia di

bellezza d’armonia ; e nelle « idee ridenti » si attiene a un concetto pienamente superato proprio nella sua Francia. S'accorge della riduzione del colore a sfumature neutre, dell’avvolgimento dei contorni in una luce d'’infinita dolcezza, ma si esalta per il colore della « Gioconda » e trova che la gamma cromatica dell’ « Adorazione dei Magi» è superiore a quella di Rembrandt. Leonardo non usa riiratti nelle sue scene, e traduce la divinità in figure puramente umane — sino a rappresentare la Madonna coi piedi nudi — salvo poi a riacquistare la spiritualità della scena con suggerimenti di poesia. In- i fine il Miintz estende ed esagera gl’influssi dell'antichità classica su Leonardo.

Woldemar von Seidlitz (2) intende il carattere essenzialmente luministico dell’arte di Leonardo. Segue il concetto burkhardtiano della « Hochrenaissance », e insiste sul fatto che Leonardo l’ha raggiunta venti anni prima degli altri; ma anche identifica tale situazione storica con l’arte dell’illuminazione,

È (1) Léonard de Vinci, Paris, 1899, pag. 71, 173-76, 194, 392. (2) Leonardo da Vinci, Berlin. 1909, I, 19, 68, 69, 217-8; II, 24-5, 49-51, h 123-126, 262 e seg.

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