La critica e l'arte di Leonardo da Vinci

168 PARTE SECONDA

Osservate un disegno di Leonardo che raffigura la Madonna col Bambino, conservato nel Louvre (Fig. 1) (1). È uno sgorbio, ed è un capolavoro : sgorbio, per la non determinata forma dei corpi e per i pentimenti nel determinare le gambe del Bambino. Eppure i pentimenti stessi sono necessari all'effetto. Le forme non si chiudono in sè, ma si continuano, suggerendo movimento, si rattrappiscono e si stendono, si sperdono nello scuro centrale donde sorge il busto del Bimbo contorto in un movimento di trasporto alla Madre. Questa deve pur fare conca del suo corpo al grosso Bambino. Perciò manca il corpo di lei. L'osservatore sa ch’esso esiste, perchè sopra ne appare la testa e sotto ne ritorna sporgente la-mano; facilmente può presentirlo. E però l’aiteggiamento amorevole della Madre risulta delicato e lieve, come una carezza atmosferica. Le grosse membra del Bimbo appaiono ora limitate dalla sottile linea corporea, ora affondate in un tocco nero che dilaga. Tutto è inatteso, tutto a scaîti, tutto improvviso, come l’apparir simultaneo di mille accenti diversi. E non si vedono « cose ». Moyi-

mento continuo, e continuamente vario, chiazze di tenebre e

zone di luce, sul bigio unito, sul nulla. Libertà! Fiorentini di prima e di poi, anche quando vogliono suggerire colore, o impressionare con l’inatteso, determinano alcuni elementi e lasciano gli altri indecisi. Nulla determina invece Leonardo : egli va oltre la visione, come a cercare purificata la qualità della visione stessa. Tanto meno concreto, quanto più suggerito ; tanto più luce e moto, quanto meno materia. Un altro disegno, con simile soggetto, che sì trova agli Uffizi (Firg. 2) (2), appare come il secondo stadio della prece-

(1) Coll. His de la Salle, n. 101. Cfr. BerENSON, The Drawings of the Fiorentine Painters, London, MCMIII, nm. 1069. A questo libro mi riferisco nelle citazioni seguenti, quando il numero di un disegno è preceduto da una « B ».

(2) Cornice 97, n. 446. BERENSON. op. cit., num. 1015.