La legazione del cardinale Antonio Berberini nella Guerra del Monferrato

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esponendosi in caso contrario a perdere Ja .protezione di Francia, senza acquistare quella di Germania. Anche questa volta s appigliò ad mi mezzo partito, suggerito da line diplomazia; avvertiva cioè il nipote Antonio delle minacele del i'i rape nitore, esortandolo di consigliare velatamente Carlo di Nevors ad übbidire al desiderio di Ferdinando, onde evitare « mali peggiori alla già travagliatissima Italia ». Carlo E inaimele, stretto da una parte dalla Spagna. dall'altra dal Eichelieu, desideroso di mantenersi neutrale reputando impossibile il poterlo fare senza rintervento della S. Sede e del Cardinal legato, pregava il Ranci rolo d'intromettersi presso il Eichelieu (1). Il Pancirolo consigliatosi con il cardinale Antonio, rifiutò questo incarico, essendo stato altra volta accusato di parzialità per aver accettato un ufficio simile (2). Il cardinale Antonio sperava così ridurre Carlo Emanuele al silenzio. ma egli si sbagliava, perché il duca di Savoia ritornava con maggior ardore alla carica, anzi ad un nuovo rifiuto del Pancirolo, manifestava il disegno di rivolgersi direttamente al Cardinal legato, e se occorresse allo stesso Urbano VITI A 3). Fervevano intanto i negoziati di pace; il Mazzarino per ordine di Antonio Barberini, prima di partire alla volta di Lione, si recò dallo Spinola, il quale domandava soltanto che rinvestitura dei due ducati l’osso data dall'imperatore, avendo abbandonato il re di Spagna ogni pretesa sopra il Monferrato (4). Il Mazzarino si recò poi dal Collabo, il quale lo pregò d; ottenere dal Eichelieu una tregua, onde aver tempo di trattar definitivamente con buon esito della pace, a cui pel momento inclinava in seguito alle sollecitudini deir imperatore di Germania, elio lo spronava a condurre a termino un negozio di tanta importanza (5). Il Collabo prometteva la investitura dei due ducati, e lo sgombro dei Grigi oni. a patto che il Me ver s venisse ad un aggiustamento col duca di Guastalla e la duchessa di Lorena, e non pretendesse accontentarli con semplici pensioni (6). Ricevute le istruzioni dello Spinola e del Collabo, si recava a prendere il Mazzarino quelle del duca ili Savoia; finalmente, seguito dalle speranze e dalle ansie di tutta Italia, partiva alla volta di Lione, dove s‘incontrava col Eichelieu, al quale esponeva i desideri del Collabo, dello Spinola '0 di Carlo Emanuele, pregandolo di acconsentire ad un armistizio, e mandar legati ad un congresso ad Alessandria, ma segretamente gli o O C O

(1) 13 Gennaio 1630, decif. il 26 idem. Il Vescovo di Nicastro a Francesco Barberini (Ardi. seg. del Vat., Cifre di Torino, N. 42, Doc. Vl}. (2) 13 Gennaio 1630. Il Vescovo di Nicastro a F, Barberini (ivi). 12 Gennaio 1630, dee, 21 idem. IL Pancirolo al Card. Fegato (Bibl. Barberini, Cod. LSXIT, 40, Foglio 128. Doc. LXXV). (3) 12 Gennaio 1630, decif. il 21. Il Pancirolo al Card. Legato (Bibl. Barberini, Cod. LXXII, 40. Foglio 133, Doc. LXXVI). (4Ì 14 Gennaio 1680. Il Mazzarino al Card, Legato (Bibliot. Barberini. Codice LXXII, 40, Foglio 75, Doc. XLII). (5) 20 Gennaio 1630. II Mazzarino al Card. Legato (Biblioteca Barberini, Codice LXXII, 40. Foglio. 82. Doc. XLIV). (6) 20 Gennaio 1630. Il Mazzarino al Card. Legato (ivi).