La legazione del cardinale Antonio Berberini nella Guerra del Monferrato

21

della duchessa di Lorena, Jo Spinola offriva fosse devoluta. « ai giudizio dell'infante di Fiandre » (1). Il Richelien, ascoltato il Lanci roto, ritinto categoricamente il partito dello Spinola, ed insistè suH : esecuzione del trattato di Monzone e sitila lega dei principi italiani, e pretese per cominciare a trattare della pace die in Casale entrasse un presidio di Francesi, e che gli imperiali uscissero dalla penisola, ed abbandonassero i Grigi uni (2). Alle repliche ilei Pancirolo, che voleva dimostrargli essere impossibile che gii alleati accettassero queste condizioni, rispose evasivamente, suggerendogli di pretendere che Filippo IV e Perdi nando IT supplicassero il pontefice d'intercedere a loro favore presso Luigi XIII ; ma il Pancirolo rifiutò risolutamente « desiderando il pontefice conservarsi padre comune, e mantenersi il confidente di tutti (3). Allorquando si -seppe in Italia il cattivo esito delle pratiche iniziate dal Pancirolo, crebbero le diffidenze, che già serpeggiavano intorno alle intenzioni del -Richelien; Carlo Emanuele francamente ed apertamente lo accusò di voler guerra e non pace, e di sfuggire tutte le occasioni che avrebbero potuto condurre a certa ed onorata pace (4), 11 Cardinal legato allora, sotto protesto di recarsi a visitare alcune terre pontifìcie, che erano in vicinanza di Asti, si mosse alla volta, del Piemonte: ma io scopo apparente celava la ragion vera, cioè il desiderio di venire a qualche conclusione «et da questa subitanea andata del signor Cardinal legato a luoghi malagevoli ed angusti et incomodi, solo per riparare alla rottura già imminente fra le armate tanto vicino— scrive il Palletta — 1 può S. M. comprendere quale sia Io zelo di S. S. e dei suoi Ministri, che sacrificano ogni lor senso al pubblico bene, mettendosi fra le armi, anche se non frenate e rat tenute da tregua. Piaccia- a Dio che ne segua il desiderato frutto, mentre la stagione e gl'imbarazzi degli eserciti può lasciare qualche giorno da negoziare » (5). Il Cardinal legato, dopo aver fatto una breve stazione a Ferrara, partì alla volta di Asti, dove ermi già radunati lo Spinola, il Collalto, il duca d i Savoia, e don Pésa re Guastalla (6). Mentre i ministri delle varie potenze, raccolti ad Asti, trattavano dei partiti da offrirsi al Richelien. Carlo Emanuele offri al cardinale ili entrare in lega offensiva contro la Spagna, perchè si effettuassero a suo vantaggio le imprese di Genova, e di Milano (7). Il Richelien. per guadagnar tempo e viveri, mostrò d'arrendersi alle proposte dì Carlo Emanuele, ma sotto condizione che non potevano eseguirsi tosto mandò a levare in Francia un altro esercito, che assalisse la Savoia, mentre egli espugnerebbe A vigliami e Pi nero! o. Tuttavia prima di passare a questo estremo rimedio volle sperimentare

(1) 9 Marzo 1630 Francesco Barberini al Palletta (Ardi. seg. del Vat., Cifre di Germania. X. 120, Fodio 79, Doc. XIX). '2l Febbraio 1630. Il Vescovo di Xi castro a Francesco Barberini (ivib (2) H! marzo 1630. Francesco Barberini al Card di Bagno (Ardi. seg. del Vat.. Cifre di Francia. Cod LXXXVIT, X. 73. Doc XXXI). (8) 21 Febbraio 1630, Il Pancirolo a Francesco Barberini (Arch. seg. del Vat, Cifre di Torino , N 51, l>oc. V) (4) 3 Marzo 1630. Il Vescovo di Nicastro a Francesco Barberini (Arch, seg. del Vat.. Cifre di Torino, X. 51, Doc. VII), (5) 23 Febbraio 1630. Il Palletta a Francesco Barberini (Arch. seg, del Vat, Cifre di Germania , X 120, Foglio 66, Doc. XVII). (6) 21 Febbraio 1630. Francesco Barberini al Card, di Bagno (Ardi. seg. del Vat.. Cifre di Francia, Cod LXXXVIT, X 73, Doc. XXVI). (7) Vedi Ricotti, opera citata spesso, voi. 4% pag. 228.