La legazione del cardinale Antonio Berberini nella Guerra del Monferrato

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ancora le arti della simulazione, affine di svellere i ducali dal fermo ricetto d’Avigliarla (1), Accenneremo soltanto di volo alle trattative di Carlo Emanuele coi Richelieu, non facendo diretta parte del tema da noi trattato. Il Richelieu s’abboccò due volte 1 a Erosolo (4-8 marzo) col principe di Piemonte, egli promise di consentire a tutti i punti, chiesti dal padre. purché si unisse subito con lui. fornisse viveri per due mesi, e sgombrasse Avigliana. Avendo il principe rifiutato questa terza condizione, ebbe con lui un altro colloquio, in cui parvero mettersi d'accordo definitivamente: dell'accordo appariva fondamento anche nell'arrivo del Mazzarino e del Pancirolo, i quali, in nome del Cardinal legato, annunziarono pieni poteri per terminare le differenze (2). Ma le cose presero tutfaltra piega di quella che credi-vasi. L'imperatore esigeva dal Xevers la lettera di scusa, e pretendeva di non lasciargli «fino al gi udir io il possesso libero dei suoi Stati» di). Il Richelieu pretendeva invece che al Xevers fosse concessa subito la investitura ed il possesso libero del Monferrato e del Mantovano (4). L’imperatore domandava che al Guastalla fosse accordata un’annua pensione di 10,000 scudi d’oro, e le tre terre di Verdiana, Reggiolo o Gonzaga (5), -mentre il Richelieu voleva concedere solamente ramina pensione (6). < Otre a questi motivi principali, ve n'erano di secondari, sui quali il Richelieu. Ferdinando II e Filippo IV erano in disaccordo. riguardo cioè alla dimora degl’imperiali nella Retina, alla restituzione di Susa. ed ai 20.000 Francesi al servizio di Xevers (7). Invano il Raucirolo, sollecitato dal Cardinal legato, lavorava pieno di zelo pel conseguimento del line desiderato, tutti i suoi tentativi si ruppero contro la ferma risoluzione del Richelieu di conservarsi Susa « almeno pel momento, salvo poi a restituirla pena di scomunica » (8). Grande fu lo sgomento di tutta Italia allorquando si ebbe notizia del cattivo esito ottenuto dal Pan ci roto. Il Cardinal legato, abbandonato Asti, si recava sollecitameli re a Torino, dov'era sua intenzione il trattenersi fino alle feste di Pasqua, per combinare col duca Farlo Emanuele qualche partito, die menasse a pace, e nello stesso tempo ordinava al Cardinal Sacchetti di vettovagliare e fortificare Bologna « essendo tanti li casi » (9). La sollecitudine del cardinale Antonio per la pace, conoscendo la parzialità nutrita verso la Francia, può sembrare esagerata, tanto più che il ■prolungarsi di questo stato di cose avrebbe danneggiato sempre maggiormente la misera Germania, minacciata anche dal formidabile Gustavo Adolfo, il Leone del Xord. Ma, Urbano Vili mirava principalmente a stabilire l’equilibrio

(1) Vedi Ricotti, Storia delta Monarchia , eco., voi. 4°, pag. 288. (2) Vedi Ricotti, opera citata, voi 4°, pag. 289-90. (3) 23 Marzo 1630. Francesco Barberini al Palletta (Ardi. seg. del Vat., Cifre di Germania , N. 120. Foglio 96, Doc. XXID. (4) 23 Marzo 1680 Francesco Barberini al Ballotta (ivi). f 5) 23 Febbraio 1630 Francesco Barberini al Ballotta (Ai'ch. seg. del Vat., Cifre di Germania, N. 120, Foglio 66, Don. XVII). (6) 25 Febbraio 1630. F. Barberini al Card, di Bagno f Arch. seg. del Vat., Cifre di Francia , N. 73, Doc. XXVII). (7) 23 Marzo 1630 F. Barberini al Ballotta (ivi), (8) 30 Marzo 1630. F Barberini al Ballotta (Arch. seg. del Vat., Cifre di Germania, X. 120. Foglio 102, Doc. XIV). (9) 6 Marzo 1630. Il Card. Legato al Sacchetti (Biblioteca Barberini, Codice LXXII, 40, Foglio 107, Doc LX).