Bibliografia Vichiana I
419
GALIANI - SALPI
Lo scrino del Sóriga è pubblicato nel Bollettino della Società pavese di storia patria, XVIII (1918). —Su Bruno Galiani, Cuoco, Scritti vari. Il '763 ; nonché la qui appresso citata memoria del Natali sul Lomonaco, pp. 235-41. —Su Ottavio Sammarco, Tommaso Persico, Gli scrittori volitici napoletani dal 1400 al 1700 (Napoli, Perrelli, 1912), pp. 379-88; B. Croce, Pagine sparse. 11, 90-94. 3. F. S. Salfi. Posto cospicuo tra gli esuli napoletani del Novantanove ebbe il cosentino Francesco Saverio Salfi (1759-1832), dopo il 1813 tornato da Milano a Napoli e dopo il 1815 emigrato da Napoli in Francia. Il suo primo scritto, in cui s’incontri il nome del Nostro, è il già citato Saggio di fenomeni antropologici relativi al terremoto, ecc. (v. sopra pp. 284 e 293), ove, su per giù come il Pagano (v. sopra p. 340), Fautore spiega con dottrine vichiane fenomeni psichici osservati durante il terremoto calabro-siculo del 1783. Contaminazioni dell’empirismo corrente a quei tempi con la teoria o, meglio, con una sua interpretazione personale della teoria vichiana del verum-factum il Salfi esibì poi nel discorso Dell'uso della storia, massime nelle cose politiche, recitato a Milano, nel Liceo di Brera, il 10 decembre 1803 e pubblicato Fanno successivo nella medesima città, presso Agnello Nobile, anche lui patriota napoletano del Novantanove, anzi editore di libri, opuscoli e riviste repubblicane, e pertanto anche lui rifugiato nella metropoli lombarda, salvo, dopo il 1806, a tornare a Napoli. Un riassunto di quel discorso esibì il Gentile, che si fermò anche su un altro discorso salfiano d’argomento affine (DelV influenza della storia), pronunciato nell’ Università di Napoli nel 1814, pubblicato ivi presso Fanzidetto Nobile nel 1815, e nel quale (p. 22) s’afferma che, in quanto, per dire così, filosofo della storia, il Vico, « e per profondità e per esattezza di vedute », è molto superiore al Kant e allo Herder (v. sopra pp. 371 sgg. e 366 sgg.), dei quali, per altro, ignaro, come era, del tedesco, il Salfi parlava soltanto di seconda mano. Ma già in certe Lezioni di diritto pubblico e commerciale nei rapporti dello Stato con gli esteri, tenute a Milano dal 1809 al 1813, egli, adattando al diritto internazionale la tripartizione posta dalla seconda Scienza nuova nel capitoletto Tre spezie di diritti naturali (Opp ., IV, capovv. 922-24), aveva, secondo informa il Nardi, ridotto i principi fondamentali del diritto delle genti a quelli relativi alla proprietà, alla libertà e alla sicurezza, e tripartito in conformità la materia. Che anzi, per-