Bibliografia Vichiana I
AMBKOSOLI ■ CORNI ANI - TALIA
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Inoltre FAmbrosoli lavorò del De uno una traduzione italiana restata inedita, e discorse del Nostro anche in uno studio sulle XII Tavole inserito nell’Antologia di Firenze, numero 29 (maggio 1823), pp. 92-111, e ristampato in F. Ambrosoli, Letteratura greca e latina (Milano, 1878), I, 1-24. Sul Cerretti, Cuoco, Scritti vari, I, 265. Sullo scritto del Borsieri, A. Luzio, Studi e bozzetti di storia letteraria e politica (Milano, 1910), I, 43. Sulla recensione del Prospetto di G. Miiller, inserito nel Conciliatore, Croce, Storiografia italiana nel secolo decimonono, 1, 117 : sull’altro articolo del medesimo foglio, Edmondo Clerici, Il « Conciliatore », periodico milanese: 1818-19 (Pisa, Nistri, 1903), p. 98. Sui versi vicheggianti del Tedaldi-Fores, Alfredo Galletti, Un poeta romantico: Carlo Tedaldi-Fores (Milano, Battìsteili, 1899), pp. 51-52. Sull’Ambrosoli, S. Grosso, Sugli studi di Francesco Ambrosoli, nuova edizione (Milano, 1871), pp. 13-15.
III IN ALTRE PARTI DELL’ITALIA SETTENTRIONALE E IN QUELLA CENTRALE
1. G. B. Corniani, G. B. Talia. G. Todeschini.—Veramente, salvo in qualche modo per Firenze, in queste altre parti dTtalia la messe, pel periodo che trattiamo, è tutt’altro che abbondante. A ogni modo, per cominciare dagli studiosi veneti, ne I secoli della letteratura italiana dopo il suo risorgimento del conte Giambattista Corniani da Orzinovi (1742-1813), pubblicati primamente a Brescia dal 1803 al 1813, l’articolo ottavo dell’epoca nona è consacrato al Vico, del quale Fautore pensa che fu dotato d’ «. ingegno in singoiar modo penetrativo e fecondo di speculazioni vaste, eminenti, meravigliose, ma non di rado oscure, sconnesse e figlie d’immoderati accendimenti d’immaginazione : onde noi volentieri lo appelleremo il Dante della filosofia». Ristampa di questo scritto è quello che accompagna il ritratto del Nostro nel secondo volume dell’/conografia italiana degli uomini e delle donne celebri dall’epoca del rinascimento delle lettere e delle arti sino ai nostri giorni (Milano, Locateli!, 1836). Un ricordo fugace è da fare altresì di Giambattista Talia da Venezia (1781-1862), divenuto poi abate cassinese col nome di don Placido. Accenna egli al Vico così nelle Lettere sulla filosofia morale (Padova, 1817), come nei Principi di estetica (Venezia, 1822-27) ; v. ediz. del 1827-28, I, 83 sgg. 29