Bibliografia Vichiana I

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BALLANCHE

tani suoi contemporanei (v. sopra pp. 462-63). Non si conosce come e quando quella febbre o tifo gli si attaccasse : forse anche prima di quei diciotto mesi (novembre 1823-aprile 1825), nei quali, insieme col celebre fisico suo corregionale Andrea Maria Ampère (1775-1836), accompagnò su e giù per l'ltalia l’ora mentovata e ormai matura signora Recamier (1777-1849). (Tornano alla memoria i motti giocosi dei Gestdndnisse heiniani su codesta « più famosa bellezza di Francia dai tempi dei Merovingi », la quale conduceva sempre con sé il Ballanche, come colui che faceva parte delle « pièces justificatives » della virtù di lei : giacché «il bravo ed eccellente uomo, che nessuno leggeva, era venuto al mondo con un volto privo della guancia sinistra, e poi, per un’ operazione chirurgica, aveva perduto anche la destra »). A Milano, per esempio, il Ballanche pregava Giuseppe Acerbi (1773-1846), il noto fondatore e direttore della Biblioteca italiana, di consigliarlo e aiutarlo ad attuare il proposito di diffondere la conoscenza del Vico in Francia. Analogamente, nelle tre settimane che restò in Napoli, entrava in relazione, allo stesso scopo, con Giuseppe de Cesare (v. sopra p. 465-66), non senza procurarsi per lui un biglietto di presentazione (3 febbraio 1824), nel quale il celebre arcivescovo di Taranto monsignor Giuseppe Capecelatro (1744-1836), nel1’ informare che il latore desiderava « dei schiarimenti sul nostro Vico Giambattista », aggiungeva di prendere anche lui molto interesse per codeste « erudite curiosità ». Né è da escludere, sebbene non ne restino documenti, che il Ballanche avesse consimili rapporti anche con altri vichiani napoletani del tempo, quali Nicola Nicolini, il Jannelli, il Ventignano, e segnatamente il Villarosa, da cui è da supporre avesse la copia manoscritta della Principimi neapolitanorum coniuratio portata da lui in Francia (v. sopra p. 81). Comunque, se, conforme tutto fa pensare, durante quel suo viaggio per l’ltalia, egli si diè anche a scrivere del Vico ai suoi amici di Francia, quella propaganda epistolare non dovè restare senza effetto, dal momento che sin dal 1824, come si vedrà nel numero successivo, il nome dell’autore della Scienza nuova, congiunto precisamente con quello del Ballanche, verrà fatto da Onorato de Balzac. Quanto poi quella propaganda divenisse più attiva al ritorno di lui nel paese natale, si scorge tra l’altro da ciò che il 12 settembre 1825 gli scriveva l’amico Brédin : «J’ ai enfin commencé ton Vico. .1’ y trouve des