Bibliografia Vichiana II

I. RITRATTI DIPINTI O INCISI

Derivano tutti, direttamente o indirettamente, con maggiore, minore o nessuna fedeltà, da un unico archetipo purtroppo disperso : la tela di Francesco Solimèna ricordata sopra (p. 53). A volere prendere alla lettera certe istruzioni autografe del Vico, serbate neH’archivietto vicinano già del marchese di Viilarosa e ora della Nazionale di Napoli istruzioni relative all’ incisione esemplata su quel ritratto da Francesco Sesone e premessa alla Scienza nuova del 1744 il Solimèna lo avrebbe dipinto negli ultimissimi anni del Nostro. Giacché il Vico, pure lasciando all’arbitrio del « signor intagliatore del rame » il seguire o no il pittore, dal quale la base era stata « terminata nel lato destro alla maniera capricciosa moderna, nel sinistro alla maniera soda antica », prescriveva che « nel cartoccio sopra il ritratto » il nome dell’autore s’intagliasse così : « nella banda destra : ioti. babt. (sic) vicus ; nella banda sinistra: annos natus lxxiv». A dire il vero, il Sesone, non tenendo alcun conto di quelle istruzioni, riprodusse puramente e semplicemente il ritratto, senz’ aggiungervi la leggenda desiderata. Comunque, dato che, a rigore di termini, l’ora ricordata indicazione cronologica dovrebbe riferirsi non alla sola incisione ma altresì alla sua fonte, il quadro solimeniano dovrebbe essere stato dipinto settantaquattro anni dopo il 23 giugno 1668, cioè tra il 23 giugno 1742 e il 22 giugno 1743 (non settantaquattro anni dopo il 23 giugno 1670, errata data di nascita esibita, soltanto per una distrazione momentanea, nell’ Autobiografia, giacché, computando a codest’altro modo, si giungerebbe a un tempo posteriore al 23 gennaio 1744, giorno della morte del filosofo).